sabato 16 marzo 2013

Il posto dei peccatori

"Così dice il Signore: "Voi avete abbandonato me, quindi anch'io ho abbandonato voi nelle mani di Sisac". Allora i principi d'Israele e il re si umliarono, e dissero: "Il Signore è giusto". Quando il Signore vide che si erano umiliati, la parola del Signore fu così rivolta a Semaia: "Essi si sono umiliati, io non li distriggerò, ma concederò loro fra poco un mezzo di scampo" (2 Cronache 12: 5,6,7).

Questi siamo noi; questo è l'uomo. Siamo sempre a rischio di abbandonare l'Eterno e di peccare perché "Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi", ma "se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità" (1Giovanni 1:8,9).

Il grave è che noi consideriamo poco il fatto di essere peccatori. Il termine "peccato" è quasi del tutto inesistente nella fraseologia dei sermoni e delle prediche. E' un vocabolo che dà fastidio, anche se la confessione di peccato è un proforma ancora esistente. Ma per Dio non è sufficiente. E' necessario capire esattamente lo stato della nostra condizione e umiliarci, allora sì! che ci può essere un vero ristabilimento.

A volte generalizziamo dicendo: "Siamo tutti peccatori", che porta a dimenticare immediatamente la gravità del peccato, ma quando lo riconosciamo, lo confessiamo, attraverso il sangue di Cristo, avviene la completa liberazione. Il peccato va identificato ed è necessario chiamarlo per nome; per fare un esempio fra i tanti: il culto, il servizio, la venerazione offerto a qualunque immagine o statua è idolatria ed è peccato.

Lo vediamo anche nella storia d'Israele, dove alcuni re, pur avendo fatto delle riforme religiose, non fecero pulizia fino in fondo, e certe forme di paganesimo rimasero, come offrire sacrifici sugli alti luoghi, dove il popolo continuava a praticare tali riti anche se il re era fedele.

Dio non dirà mai :"Va bene!", se ci prostriamo davanti a un idolo, fornicando e abbandonando l'Eterno; a più forte ragione, se questo avviene nella chiesa, alla quale dirà: "Ho questo contro di te" (Apocalisse 2:20)

E' necessario sul nostro sentiero antico arrivare a un posto che si chiama "Il posto del peccatore"; e, spesso, durante tutta la nostra vita, dobbiamo ritornarci.

"La cosa più difficile per ognuno di noi è quella di prender il posto del peccatore; siccome è così difficile, molti non lo scelgono affatto, mentre altri, che una volta hanno preso questo posto, non vogliono più tornarci, perché nessuno per natura, vuole stare nel posto del peccatore.

Tuttavia se non prendiamo questo posto, non possiamo conoscere veramente Cristo o gustare la dolcezza della grazia di Dio che perdona il peccatore. Se evitiamo di prendere questo posto, è come se stessimo dicendo che siamo senza peccato e così facendo, inganniamo noi stessi.

Il posto del peccatore è dove ammettiamo le nostre responsabilità, è dove smettiamo di scusarci dicendo: "Non ero in me quando ho fatto quella cosa!; invece chiniamo il nostro capo e diciamo: "Sì, Signore, ero io: questo è quello che veramente sono". Non diamo più la colpa ai nostri nervi, alle nostre circostanze o ad altre persone. Se qualcuno dovesse indicare alcune mancanze in noi o criticarci, anche gentilmente, non discuteremo e non cercheremo di giustificare noi stessi, cercando di spiegare come stanno le cose, ammetteremo davanti a chi ci critica che se ci conoscesse meglio, troverebbe altre cose da criticare. Risparmiamo tempo e energie quando andiamo subito nel posto del peccatore. Infatti le cose sarebbero diverse nella chiesa, se tutti si incontrassero regolarmente lì.

Questo è il posto che Davide prese quando Nathan lo sfidò. Davide chinò il capo dicendo: "Sono troppo meschino". Isaia disse: "Guai a me! Sono perduto". Qui il pubblicano pregò: "Dio sii clemente verso me peccatore"; qui Pietro cadde ai piedi di Gesù dicendo:" Allontanati da me, perché sono un uomo peccatore". In questo luogo il figlio prodigo confessò: "Padre , ho peccato e non sono più degno di essere tuo figlio".

Paolo spesso si inginocchiò in questo luogo e molti santi hanno annaffiato questo luogo con le loro lacrime. Se non siamo ancora venuti in questo luogo, non abbiamo ancora cominciato la nostra relazione con Dio.

Non ci piace il posto del peccatore, perchè è molto umiliante per il nostro orgoglio.

Abbiamo paura di ferire il nostro orgoglio e per questo combattiamo, dibattiamo, diamo la colpa agli altri e troviamo scuse per noi stessi. Spesso facciamo qualsiasi cosa piuttosto che prendere il posto del peccatore, dove Dio ci aspetta per perdonarci e renderci liberi.

Spesso noi evitiamo questo luogo perchè non chiamiamo il peccato con il suo vero nome. Parliamo di difetti, debolezze, fragilità, mancanze, incapacità, inclinazioni, tutto ma non peccato.

Un giorno uno degli studenti di Spurgeon predicò un sermone sulla "completa armatura di Dio". Era un giovane presuntuoso e cercò di sdrammatizzare il suo messaggio, indossando, pezzo per pezzo tutta l'armatura e, dopo averla unita bene, alzò la spada e gridò in modo trionfante: "E adesso dov'è il diavolo?" Al che Spurgeon si avvicinò e disse: "Giovanotto! Satana è dentro l'armatura!" (Stanley Voke).

Daniela Michelin Salomon

2 commenti:

  1. Nessuno fa ciò che è giusto;tutti fanno il male ..Nessuno capisce che strada prendere per avere insieme la pace interiore..perciò nessuno è giustificato da DIO per aver osservato la legge.guardate,la legge serve per mostrarci che siamo peccatori.Infatti siamo tutti peccatori.Nessun cuore umano eè giusto come DIO è giusto.Però,anche se siamo cosi',DIO ha deciso di salvarci.Siamo dunque resi giusti da Lui senza un compenso o un pagamento da parte nostra,perchè DIO stesso ci ha salvato per mezzo di Gesù Cristo.DIO ha mandato suo Figlio a morire affinchè noi ottenessimo il perdono dei peccati credendo in Gesù Cristo.

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  2. "Il posto del peccatore è dove ammettiamo le nostre responsabilità, è dove smettiamo di scusarci dicendo: "Non ero in me quando ho fatto quella cosa!; invece chiniamo il nostro capo e diciamo: "Sì, Signore, ero io: questo è quello che veramente sono". Non diamo più la colpa ai nostri nervi, alle nostre circostanze o ad altre persone. Se qualcuno dovesse indicare alcune mancanze in noi o criticarci, anche gentilmente, non discuteremo e non cercheremo di giustificare noi stessi, cercando di spiegare come stanno le cose, ammetteremo davanti a chi ci critica che se ci conoscesse meglio, troverebbe altre cose da criticare. Risparmiamo tempo e energie quando andiamo subito nel posto del peccatore. Infatti le cose sarebbero diverse nella chiesa, se tutti si incontrassero regolarmente lì."

    Sacrosanto, vale per ognuno di noi, e per ogni chiesa o gruppi di credenti...

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