domenica 17 marzo 2013

La gioia di cantare i Salmi

Oggi è domenica, "giorno del Signore". La sveglia ha suonato che è ancora buio, sussurando all'orecchio: "Sveglia! E' un nuovo giorno!" Attraverso le persiane una tenue luce annunzia il dì che avanza. Fuori i canti, vicini e lontani, inconfondibili dei merli si intrecciano fra loro...già è primavera; ma aprendo le verdi persiane, sorpera! Tutto è avvolto da un manto bianco. Non c'è ancora luce e sembra inverno, eppure gli uccelli cantano, dando il benvenuto alla stagione feconda, alla stagione della vita.

Si canta quando si è felici, come nell'incontrarsi fra due gruppi di cantanti nella liberazione del popolo d'Israele dall'Egitto: gli uomini cantavano e le donne rispondevano (Esodo 15). Si canta anche quando si è tristi nei lamenti classici di molti salmi. I modi diversi di cantare di salmi, inni e cantici spirituali, con i quali ci parliamo salmeggiando (Efesini 5:19), dimostra l'importanza del canto per Dio e il beneficio che a noi questo reca.

Nella Scrittura i Salmi sono l'innario spirituale "il Libro di lodi" a noi lasciato in eredità. Essi esprimono le svariate tonalità delle lodi, ma anche gli accordi più perfetti che esprimono ogni circostanza della nostra vita, per risultarne una lode feconda e gloriosa rivolta a Dio con ogni tipo di strumento.

I Salmi esaltano le opere di Dio nel passato e tutto quello che porterà a compimento nei tempi a venire, sottolineando la sua sovranità, la sua bontà e la necessità della sua costante presenza. Vero è anche che, in certi periodi della vita non si può cantare, si trovano degli impedimenti come per gli esuli, "là presso i fiumi di Babilonia, dove ai salici avevano appeso le cetre e dove coloro che li avevano menati in cattività chedevano dei cantici, delle canzoni di allegrezza dicendo: "Cantateci delle canzoni di Sion". Ed essi rispondevano"Come potremmo noi cantare le canzoni dell'Eterno in terra straniera?" (Salmo137). Come pure per il Signore nel Gestemani e sulla croce; come avrebbe potuto cantare? E anche a noi può capitare di essere esuli lontano dalle gioiose lodi di una moltitudine in festa , e trovarsi come il salmista a dire e ripetere, anche se lui cantava, "Perché t'abbatti anima mia? Perché ti commuovi in me? Spera in Dio, perch' io lo celebrerò ancora; egli è la mia salvezza e il mio Dio" (Salmo 42:5). In certi momenti non si può cantare e anche questo è contemplato dalla Bibbia. I Salmi non vengono quasi più cantati ed è come se fossero stati uccisi una buona parte di quei meravigliosi uccelli neri dal becco giallo che fischiano le melodie dell'alba di primavera. Non si ama cantarli forse perchè dichiarano la relatà che noi non vogliamo vedere, e che siamo ancora nel buio, ancora ci sono nemici, ancora c'è la neve, ancora c'è da combattere. I Salmi sono per chi vive la realtà di tutti i giorni, realizzando nelle difficoltà il riparo dell' Altissimo per riposare all'ombra dell'Onnipotente.
Dal Salmo 68
Che Dio soltanto si mostri, e vedremo i nemici in un momento abbandonare il posto; il campo dei nemici sparpagliato, spaventato da ogni parte, fuggirà davanti al suo volto. Vedremo tutto il campo fuggire, come si vede svanire una spessa fumata; come la cera fonde al fuoco; così dei malvagi davanti a Dio, la forza è consumata.
Ma, in presenza del Signore, i giusti celebrano la sua grandezza, la sua forza e la sua saggezza; e in un santo rapimento fanno prorrompere in alte grida i loro traporti d' allegrezza. Giusti! Cantate tutti, d'una sol voce, del Dio dei cieli, del Re dei re la lode immortele; poiché sulle nuvole Egli è portato, ed egli si chiama con un nome pieno di maestà.
Rallegratevi davanti a lui: è l'appoggio degli orfani, il loro difensore e padre; è delle vedove il soccoritore, e del suo popolo ogni giorno ascolta la preghiera. Questo Dio potente, con la sua bontà, porta la fecondità, la pace e l'abbondanza; del prigioniero spezza i ferri, ma il suo braccio punisce i perversi che lo oltraggiano e lo offendono
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(Inno valdese cantato il 2 maggio 1690, da 400 Valdesi di Balsiglia nel momento in cui le truppe nemiche si preparavano a dare l'assalto).

Daniela Michelin Salomon

1 commento:

  1. Cantare i Salmi è meraviglioso... Quando ero in Seminario Maggiore, in Laterano, dicevo sempre che non ero certo di avere la vocazione del prete, ma di sicuro avevo quella del salmista... E la liturgia delle ore, che è centrata sulla preghiera e sul canto dei salmi, non l'ho mai mollata un giorno dall'inverno del 1986, quando Padre Alszeghy,il mio direttore spirituale gesuita, mi invitò a farla mia...

    Che cosa renderò al Signore, per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza, e invocherò il Nome del Signore..

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