Una chiesa senza una Confessione di Fede non è chiesa storica, e quella valdese lo è, perché mantiene la Confessione di Fede valdese basata sulla Bibbia che i pastori stessi sottoscrivono al momento della loro consacrazione pastorale. Il problema sta nel fatto che la gente valdese nemmeno sa dell’esistenza di una Confessione di Fede valdese sulla quale tutta la struttura ecclesiastica poggia; non viene nominata nemmeno nei culti, non viene insegnata nei catechismi, il Sinodo non sa che farsene, benché non possa annullarne l’esistenza.
Chi vuole può cercarla dunque, certo non è facile trovarla sotto le cataste indicate prima; essa non viene presa in considerazione, cosa dico? Gli insegnamenti, nei catechismi e negli studi storico-critici sono contrari alla Confessione di Fede valdese.
Ma voltandoci indietro e cercando nei sentieri antichi valdesi la propria indelebile identità storica, confessata dalla chiesa, scritta e sottoscritta, si fa la scoperta che ancora oggi è possibile allinearsi alle radici di un’identità vera, che colma, che sazia l’anima di senso di appartenenza.
Inoltre, si possono trovare le tracce nella storia di “movimenti” all’interno di una chiesa, come quella valdese che generano la consapevolezza che Dio non si è mai lasciato senza testimoni.
E così, i confini, ben segnati della Confessione di Fede valdese, la Bibbia, l’apparato liturgico, le confessioni di peccato, i Salmi, gli inni, si allineano a questi testimoni, a questi “movimenti” all’interno della chiesa formando una struttura solida che la storia stessa incide sulla roccia viva della fede.
Questi “movimenti” recenti nella chiesa valdese, ai quali io feci parte con mio fratello valdese Lucio Malan, furono la TEV (Testimonianza Evangelica Valdese)
“Valdesi.eu” che è diventata ora la SAV (Sentieri Antichi Valdesi).
Queste realtà nate come dissidenza all’interno della Chiesa storica valdese sono incancellabili, perché rappresentano la chiesa valdese con la sua la Confessione di Fede.
Potranno cercare di nascondere, con abilità, e nel miglior modo possibile, questa chiesa, ma la storia l’ha già registrata, e continua a registrarla nei suoi archivi, rendendola stabile come pietra miliare di testimonianza militante indelebile.
Daniela Michelin Salomon
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