maggio 21, 2024

Alleanza Evangelica Italiana e 850 anni del Movimento Valdese

(Da Notizie e comunicazioni dall’Alleanza Evangelica Italiana 13 Nuova serie, Anno VIII · n° 5 · 13 maggio 2024)

UN CONTRIBUTO ALLA RIFLESSIONE SU UNA RICORRENZA 

4 domande aperte in occasione dell’850° anniversario del movimento valdese.

Nel 2024 ricorre l’850° anniversario della conversione di Pietro Valdo e della nascita del movimento valdese a Lione (1174). Si tratta di un’importante occasione per fare memoria di una lunga storia e per domandarsi quale ne sia l’eredità spirituale nel mondo contemporaneo.

Oltre all’anniversario valdese, quest’anno ricorre anche il 50° anniversario dell’Alleanza Evangelica Italiana (1974-2024). Entrambe le ricorrenze sembrano un'occasione propizia e legittima per una riflessione relativa alla mappatura dell'evangelismo italiano. Nell'Ottocento mondo valdese e Alleanza erano mondi omogenei (Paolo Geymonat docet[1]); ora non lo sono più. Perché? La speranza con queste quattro domande è di suscitare costruttive conversazioni sul senso della testimonianza evangelica oggi.

 1. Il movimento valdese nasce nel Medioevo come risposta ad un’istanza evangelica basata sulla Scrittura come Parola di Dio prima di ogni altra autorità e sopra ogni altra verità. Essa imponeva di rinnovare e, se necessario, di “rompere” con gli schemi della cultura religiosa prevalente. Non a caso venne etichettato come “eretico”. Oggi la chiesa valdese è parte del “mainstream” cristiano e del mondo religioso caratterizzato dall’ecumenicamente corretto. E’ ancora la Bibbia intesa come Parola di Dio sufficiente, autorevole e veritiera a mobilitare la coscienza valdese? A distanza di 850 anni, che ne è di quell’impegno delle origini a seguire gli insegnamenti della Bibbia costi quel che costi?

2. Dopo l’adesione alla Riforma protestante, il movimento valdese si dota di una confessione di fede (1655) che include la piena ispirazione della Sacra Scrittura, il peccato originale, la salvezza in Cristo soltanto. Sono i cardini della fede evangelica storica. A distanza di secoli, quale importanza dà la chiesa valdese a quegli impegni confessionali? La domanda è: chi, nella chiesa valdese di oggi, crede, predica e vive gli articoli della Confessione di fede nel 1655? 

3. Fino al primo Novecento, il movimento valdese è interprete del “sogno” evangelico di evangelizzare l’Italia, considerando la chiesa cattolica un ostacolo e il pensiero laico un oppositore di questo progetto. Nel corso del Novecento, la chiesa valdese è scesa a patti ecumenici con Roma e sostanzialmente si è pacificata col pensiero secolare. Il costo di questo compromesso sembra essere la perdita di mordente evangelico. Cosa è successo nel Novecento che ha portato la chiesa valdese (con poche e sparute eccezioni) ad abbracciare la corrente “liberale” del protestantesimo e poi, a cascata, tutte le sue evoluzioni, e a identificarsi nel movimento ecumenico? Cosa ha determinato la perdita progressiva del sogno di evangelizzare l’Italia?

4. Ogni storia è fatta di continuità e discontinuità. Dal punto di vista dottrinale e quindi spirituale, il movimento valdese oggi sembra essere interprete di significative discontinuità rispetto all’eredità del movimento valdese storicamente inteso, perlomeno dei suoi primi settecento anni. Le “rotture” rispetto ai cardini evangelici del movimento storico sono più profonde e rilevanti che le linee di continuità. Per l’occasione dell’850° anniversario sarà dato spazio a letture evangelicamente auto-critiche e critiche nel fare memoria del lungo percorso storico? 

Come detto in precedenza, la speranza è che queste domande suscitino delle conversazioni e, nello spirito del movimento valdese delle origini, spingano a scelte radicali ispirate dalla fedeltà a Cristo e alla Sua Parola scritta. 




Risposta alle domande:

1. "Sentieri Antichi Valdesi" è un movimento valdese che si prefigge di far conoscere , difendere  e promuovere i principi informatori dell'antico movimento valdese dei "Barba" (nome tipico dato ai missionari valdesi del XII secolo), dei quali l'esposizione e la predicazione erano semplicemente e fortemente bibliche, e della Riforma protestante classica fondati sul presupposto che la Bibbia è integralmente Parola di Dio e regola della nostra fede e della nostra condotta.

2. Questi principi sono testimoniati dalla Confessione di fede valdese del 1655 che insieme alle altre Confessioni di Fede della Riforma detta calvinista crediamo esprimere fedelmente l'insegnamento dell'Antico e del Nuovo Testamento.

3. Nella Chiesa valdese del Novecento è successa una piccola, quasi impercettibile declassificazione della Parola di Dio, con una semplice frase si sono aperte le porte alla corrente "liberale" che un poco alla volta è diventata un'inondazione; la frase che sembra di poca rilevanza è la seguente: "La Bibbia non è la Parola di Dio, ma la contiene".

La perdita progressiva del sogno dell'evangelizzare l'Italia fu l'acquisizione del concetto  "universalista". "Se tutti saranno salvati, per mezzo dell'esempio altruistico di Cristo, che bisogno c'è di evangelizzare? Che bisogno c'è di predicare il vangelo di salvezza dalla perdizione, a causa dell'incapacità morale e colpa reale davanti a Dio, attraverso la croce e le dottrine della grazia? Anzi eliminiamo (insegnano) dal nostro vocabolario i termini: peccato, redenzione, perdizione, espiazione, propiziazione ecc. (con la scusante) essendo parole incomprensibili alla gente comune nata dalle ideologie culturali emergenti. Ma si è andati oltre: l'evangelizzazione si è vista come un approccio al mondo valdese, perciò "l'evangelizzazione" viene attuata attraverso il "tempio aperto", vale a dire: giornate evangelistiche visitando il tempio aperto per un approccio iniziale al mondo valdese impegnato per la libertà religiosa condivisibile ( di qualunque estrazione), di coscienza (influenzato dall'ecumenicamente corretto) e riconoscimento dei diritti (che non scaturiscono dalle leggi morali della Bibbia)

4. Per dare spazio a letture evangelicamente auto-critiche e critiche nel fare memoria del lungo percorso storico occorrerebbe come punto cardine rendersi conto che la Confessione di fede è un' espressione di fede della chiesa, essa non può di per sé essere un oggetto di fede, ma è una norma vincolante della chiesa stessa. La Confessione di fede di una chiesa non può ridursi a un documento storico come è avvenuto per la Chiesa valdese perché questa è un'evidente completa incoerenza di fronte alla richiesta di affermazione del contenuto della propria fede e delle sue implicazioni.

Relegando inoltre la Bibbia come documento da sottoporre all'analisi storico-critica che tende alla conciliazione con idee ed esigenze proprie delle fasi più avanzate del progresso religioso, sociale e culturale e relegandola inoltre a un'esegesi con strumenti ideologici dettati dai cambiamenti e compromessi culturali, capovolge completamente il significato ultimo di "autorità": la Bibbia non è più la norma autorevole della vita dei fedeli, non è più il centro della fede di conseguenza l'autorità della Scrittura non è più riconosciuta come referenza fondativa.

maggio 17, 2024

I valdesi erano il popolo della Bibbia


Fin dal secolo XII "Barba" fu il nome tipico dato ai missionari valdesi. Chi desiderava consacrare la propria vita all'annunzio del messaggio della Bibbia, incominciava a frequentare, durante alcuni anni, una scuola come quella di Prà del Torno, dove imparava a memoria gran parte del Nuovo Testamento. Poi veniva consacrato al ministero intinerante e messo a fianco di un Barba più anziano chiamato "Regidor". E così a due a due compivano i loro viaggi missionari in Italia e all'estero.

I Barba erano ministri della Bibbia: Parola ispirata da Dio, il libro prezioso da imparare a memoria, i versi rivelatori del consiglio di Dio da trasmettere oralmente in ogni occasione, il tesoro scritto nascosto in mezzo alle mercanzie da offrire gratuitamente, il messaggio divino da portare fra i monti e le valli, nel freddo invernale e nell'arsura estiva. Questo era lo zelo e la passione per le pagine della più bella notizia scritta a tutti gli abitanti della terra. 

L' ardore per quel Dio che elargiva ogni provvidenza, ogni benevolenza e ogni protezione per compiere un compito arduo di proclamazione del messaggio biblico in tutta la sua pienezza (conosciuta a quel tempo) e vitalità che raggiungeva l'uomo e la società di allora nella realtà più concreta della loro esistenza, per lo più contadina, e come la sola risposta e soluzione al dramma umano e della morte.

Di questi uomini, miei padri valdesi, l'esposizione e la predicazione erano semplicemente e fortemente bibliche. L'esperienza provava, ad ogni angolo di strada, e dovunque la Parola fosse trasmessa alla gente comune, l'accentuarsi della "sete" di saperne di più, il bisogno di un insegnamento biblico che fortificasse nell' avversità della vita attraverso la conoscenza di Dio nei suoi caratteri e nella sua opera redentrice in favore degli uomini.

Lo scopo fermo, come colonne portanti di questi instancabili missionari intineranti, che dopo anni di istruzione biblica partivano consacrati fino alla morte al messaggio evangelico, era quello di diventare confessori della fede in Gesù Cristo. Questa non era un'attività accanto alle altre attività, (anche se a volte prendevano le vesti di venditori ambulanti di merce per le donne, cioè aghi, spilli, nastri ecc.) era il fondamento sul quale tutta la loro vita era costruita. Si trattava di edificare, nella comunione della fede nata dalla Parola, la comunità dei fedeli.

Erano consapevoli e capivano profondamente l'importanza di quelle pagine scritte, tanto da dedicarne l'intera propria esistenza a una consacrazione pratica e giornaliera nel recare faticosamente, alle genti il lieto messaggio "del regno di Dio, insegnando le cose relative al Signor Gesù Cristo con tutta franchezza" (Atti 28:31).

Ripetere versetti biblici a memoria era il modo di mettere la Bibbia a disposizione dei fedeli, diventando così il primo movimento rivoluzionario seguito poi dalle grandi rivoluzioni della storia della Riforma del XVI secolo, con lo slogan :"La Bibbia in mano al popolo". 

I versetti biblici erano la Confessione di fede dei Barba e dei fedeli.

"La Bibbia in mano al popolo" fece innescare l'idea che il protestantesimo riformato errò quando reputò che fosse sufficiente dar la Bibbia da leggere al popolo, con l'insinuazione da parte degli avversari che "ogni protestante è papa con una Bibbia in mano", allora si corse ai ripari denunciando un tale approccio come "individualismo". Voluminosi commentari della Bibbia furono ritenuti indispensabili per trasmettere gli insegnamenti biblici e questi attraverso la chiesa. La chiesa divenne insegnante, il popolo della Bibbia divenne il popolo della chiesa. Per mezzo dell'autorità conferita alla chiesa e al suo insegnamento la chiesa fu messa al centro e la Bibbia relegata allo studio mutevole delle epoche.

La chiesa non è maestra e insegnante infallibile, ma espone la verità di Dio, nel senso che la verità di Dio è alle sue fondamenta e deve rimanere inalterata, custodendo il sacro deposito affidato da Dio.

Alla Confessione di fede orale dei Barba si aggiunsero gli articoli scritti delle Confessioni di fede della Riforma centrate sull'autorità sovrana della Sacra Scrittura come alla regola unica di fede e dovere da diffondere mediante colportaggio, lettura e predicazione.

La Chiesa trionfante è quella confessante!

febbraio 13, 2024

Teologia dell'identità

Esame critico dell'identità valdese ieri e oggi, di Daniela Michelin-Salomon 


L'appartenenza a un'identità ben definita dal piano creazionale di Dio abbraccia ogni aspetto dell'esistenza umana e il contesto nel quale è stata inserita è fortemente identitario dei minimi particolari.

Dio creò l'essere umano a sua immagine e somiglianza e li creò maschio e femmina inserendoli in un ambiente dove animali e piante erano stati creati secondo le loro specie. Questa frase nel primo capitolo della Bibbia è ripetuta per ben 10 volte, annullando ogni supposizione di evoluzione fa una specie e l'altra.

L' insensatezza dell'ideologia identitaria mutante che si fluidificherebbe secondo l'evoluzione culturale produce l'incapacità di percepire e analizzare la semplicità della logica dell'identità delle specie, della consapevolezza della propria identità come corpo fisico, delle identità nazionali, sociali e di popoli inseriti nelle proprie culture, dell'identità di ciò di cui ci si ciba, dell'identità dei propri antenati; questo ha come conseguenza la rimozione della coscienza del proprio essere storicamente determinati connotati e irripetibili plasmando in questo modo individui e popoli completamente manovrabili e manipolabili. Questo è il proposito del globalismo promosso dal World Economic Forum di Klaus Schwab che si riunisce a Davos in Svizzera.

L'identità individuale del mondo odierno è in pericolo di perdita della consapevolezza persino del proprio corpo determinato dalla sua condizione biologica e come conseguenza è in pericolo l'identità sociale e infine l'identità umana.

La coscienza primordiale è stata sostituita dal ragionamento evolutivo che definisce l'essere umano come derivante dalla scimmia. Essa si trasforma durante il percorso evolutivo fino a raggiungere pure la sessualità, che diventa forma di varia natura: lgbtqia+, per giungere finalmente col confondersi con l' indefinito "+" dell'assenza di identità, dopodiché già c'è aria di trasformazione transumanista uomo-macchina, argilla-ferro tecnologia-umano.

In questo quadro spaventoso dove le radici delle nostre identità sono sotto attacco, si aggiunge pure l'aspetto religioso di una teologia fluida di teologi che insegnano ad inserire la esegesi in un vortice centrifugante dove ogni pratica orientale, ogni religione può andare bene, ogni Dio sarebbe parte del grande Dio.

Occorre così fare appello alla coscienza primordiale riferibile all'origine dell'umanità o riferibile all'origine di un popolo o riferibile all'origine di un individuo. Nel mondo odierno è un processo complesso che ha alienato la creatura umana dalla consapevolezza logica legata alla sua stessa storia. L'origine della coscienza si trova nella consapevolezza di valutare i fatti razionali e non nel carattere di ciò che è relativo, che si basa sul principio che quel che può andare bene oggi, domani potrà essere sostituito dall'esatto opposto.

Un tempo la coscienza aveva in sé una sensatezza intrinseca che procedeva dalla realtà e dalla valutazione razionale,  la Parola di Dio ne parla i Romani cap. 1. Attraverso lo sguardo la contemplazione, la riflessione sulla natura che ci circonda, la coscienza primordiale era consapevole che Dio avesse creato ogni cosa con la sua eterna potenza e divinità e, attraverso le sue opere, diventava possibile intuire le Sue qualità invisibili la conseguenza era quella di glorificare Dio e ringraziarlo.

Esiste, però, un altro aspetto: l'identità del Cristianesimo che permeava realmente l'intera struttura sociale nei secoli passati, trovava in essa un limite di contenimento preposto da ciò che allora, attraverso le chiese, caratterizzava la possibilità di un esegesi biblica corretta che spingeva a redigere Confessioni di Fede classiche. Esse caratterizzavano le colonne portanti dell'ecclesiologia e di conseguenza del Popolo.

Risalendo dunque all'origine di un sentiero ben tracciato nel passato, si ritrova la caratteristica identitaria di ciò che  immutabilmente fu stabilito da Dio nel Cristianesimo e la riaffermazione di tale identità è la sola salvaguardia individuale e collettiva. L'identità immutabile del Cristianesimo non si evolve ed è impossibile cancellarne le pietre miliari. La Parola di Dio non si elimina rimane uguale in tutti i secoli, mai nessun potere è riuscito a demolirne l'identità divina; esteriormente l'hanno vivisezionata e contestualizzata in un rogo di ideologie devianti, ma essa rimane fondata su una base identitaria incrollabile fermamente stabilita, che tutti i nemici di Dio non possono alienare.

Questi due aspetti contrastanti messi a confronto, possono farci individuare l'esempio estremo dell’anomalia di perdita di identità: nell'insegnamento, nell' indottrinamento delle moderne scuole teologiche ed ecclesiali valdesi si mantengono fermi i capisaldi dell'immagine della realtà ma si prosegue in uno sdoppiamento identitario. È l'inganno più grave nel quale un individuo, un popolo una società, possono venirsi a trovare, perché difficilmente identificabile. L' IMMAGINE: il popolo della Bibbia, la chiesa “calvinista” con la sua confessione di Fede Valdese, contrapposta alla REALTÀ: l'annullamento nei minimi particolari di ciò che caratterizza l'immagine; revisionamento delle dottrine bibliche fondamentali, con conseguente riduzione della fede in una forma relativista entro la quale la religione e il dogma evolvono. L'irrilevanza totale a riguardo degli articoli della propria Confessione di Fede valdese mantenendone solo l'immagine storica. Che cosa è successo? È successo che è sopravvissuta solo l'immagine dell'identità mentre l'identità reale si è andata completamente perduta, si può così giungere a credere così di essere un valdese. Ma è veramente così?

È stupefacente come il Dio dominatore su ogni cosa, il Sovrano, sovrano  pure sulla Chiesa valdese,  abbia mantenuto una pallida luce che brilla nelle tenebre. Infatti, malgrado la sua evoluzione teologica liberale, malgrado gli sforzi ermeneutici di decostruzione del messaggio biblico, gli sforzi di decostruzione di genere per renderlo moralmente fluido, malgrado il rinnegamento di ogni punto della propria Confessione di Fede fino a deformare l'"immagine"del Dio trino, malgrado l'allineamento alle ideologie emergenti dominanti, è stupefacente la stabilità di una volontà divina che in qualche modo permette che la Bibbia venga annullata perché ancora venga valorizzata; così pure per la Confessione di fede valdese che ancora viene sottoscritta dai pastori alla loro consacrazione. Non si possono neppure annullare i Salmi che si trovano ancora oggi nell'Innario Cristiano; non si può nemmeno annullare la “Istituzione della religione cristiana di Calvino”…

I Sentieri Antichi Valdesi, per chi vuole andare a fondo e per tutti gli osservatori attenti, sono ancora ben tracciati!

Daniela Michelin-Salomon


agosto 26, 2023

Non c'è solo il Sinodo in valle....!

 

Dalla provinciale in direzione Villar, prima del panificio Chicco girare a destra, poi subito a sinistra. Superate il ponte, il cimitero, proseguite dritto e ci trovate!

6 giorni di accampamento autogestito di contadini, nomadi, montanare e ribelli per immaginare e praticare formedi vita e di resistenza. Davanti ad un presente fattodi stati di emergenza, quali spazi di autonomia e lotta possiamo conquistare?

Porta piatto, posate e bicchiere. Se puoi anche una sedia, un tavolino, una tanica per l’acqua, quello che credi possa servire in un accampamento autogestito. Siamo in montagna, potrebbe far fresco la sera. Tutti i pranzi saranno autogestiti, gli ingredienti (veg) sono graditi


PROGRAMMA

MARTEDÌ 22


12.30 | Accoglienza e pranzo condiviso, ognuno porta qualcosa

15.30 | Presentazione accampamento e inaugurazione della mostra: Essi ci nutrono, anatomia del sistema agroalimentare.

TUTTO IL GIORNO: cottura del pane con le Spighe nel Fianco e forno amatoriale: porta quello che vorresti infornare con SCORPACCIATA FINALE

21.00 | DISCUSSIONE: Crisi del capitalismo, fuga in avanti tecnologica e tendenza alla guerra.
Più il capitalismo si avvita nella sua crisi, più diventa aggressivo e predatorio. L'attuale sviluppo delle tecno-scienze è fuga in avanti del capitale e approntamento dei mezzi necessari alla guerra globale di cui il conflitto in Ucraina è solo l'inizio. Una società del controllo in un mondo in guerra, con un possibile finale nucleare. A cura del collettivo Terra e Libertà dal Trentino.

MERCOLEDì 23


10.00 | DISCUSSIONE: Vita-Lotta-Viaggio. Forme, pratiche e prospettive del nomadismo nell'attacco all'esistente
Che forma dare ad un collettività nomade? Come può intrecciarsi con vite e lotte territoriali e stanziali? Può essere il punto di partenza per una cosmovisione "altra" delle relazioni, del linguaggio e del pensiero in un mondo privatizzato in cui l’obiettivo è il possesso?

15.00 | WORKSHOP: La bellezza sta nella monnezza. Laboratorio di autocostruzione con materiale di recupero

A CENA CON HUNGRY WAGEN

GIOVEDÌ 24


9.00 | ESCURSIONE/DISCUSSIONE: Predazione dell’acqua, una questione di estrattivismo
L’acqua, bene primario indispensabile per la vita, diventa merce. Grosse aziende la gestiscono, per i loro interessi, a discapito delle comunità che vivono il territorio. Che sia per vendere bottigliette di plastica con dentro l’acqua o per produrre energia elettrica, chi vive il territorio dove scorrono fiumi e sorgenti perde la possibilità di gestire autonomamente, al di là di logiche di profitto, l’acqua. Nulla sembra essere al sicuro dallo sguardo vorace dell'economia: acqua, pietre, minerali. L’estrattivismo dilaga in diverse forme sulle nostre montagne. Come è scritto sulla diga di Serres Ponçon: “quando tutto sarà privatizzato, allora saremo privati di tutto.
Pranzo al sacco e calzature adeguate

CENA: PAELLA VEGANA

21.00 | Serata di musica e balli popolari con suonatori spontanei


VENERDÌ 25


TUTTO IL GIORNO| MOSTRA AUDIOVISIVA: Estrazione del petrolio, deforestazione e lotta per l’acqua in Ecuador.

16.00 | DISCUSSIONE: Accesso alla terra e spazi di autonomia
In un presente fatto di stati di emergenza e crisi globali, viviamo in balia di stati e multinazionali, impotenti e dipendenti da queste entità e dalle loro decisioni oscure. Riconquistare spazi di autonomia può aiutarci a riprendere fiducia in noi stessi, nelle nostre possibilità e in quelle di un futuro diverso, partendo da un ritorno alla terra e dalla necessità di lottare per essa. L’autonomia ha bisogno dei suoi spazi, dove è possibile trovarne?

A CENA: CHIRINGHETTO E FRITTINI

21.00 | SPETTACOLO TEATRALE: DISERZIONI
Tre contadini e una violinista si aggirano in una farsa tragicomica su questo oscuro futuro-presente, quando spunta una riflessione: "forse oggi il sacro atto della diserzione va esteso a tutti i campi, non solo a quello bellico". Così i tre personaggi si prendono la libertà di uscire dalla farsa per raccontarci tre storie vere di diserzione. Con Teatro Contadino Libertario, dal Mugello.

SABATO 26


TUTTO IL GIORNO: MERCATINO DELL’AUTOPRODUZIONE E DELL’USATO
Se vuoi porta il banchetto

15:00 DISCUSSIONE: Costruzione di comunità resistenti in montagna

Per ostacolare i progetti di stato e multinazionali sui territori e riconquistare spazi di autonomia, non si può essere soli. Da qui la necessità di costruire comunità resistenti, radicate nei luoghi che abitiamo, in grado di fare fronte alle necessità di sussistenza e impegnarsi in percorsi di lotta collettivi per la difesa della terra in cui si vive.

19.00 CONCERTO CON:
Narkan (anarcho punk - Milano) . Lou Quinse (folk Metal - Alpi Occidentali) . Senza Mezzi Terminal (pizziche tarante e altro folk, canti d’amore e di lotta)

IL CONCERTO INIZIA PRESTO E FINISCE PRESTO


DOMENICA 27


11.00 BILANCIO dell’accampamento

15:00 RILANCIO delle possibilità di incontro, lotta e resistenza

17:00 Live Rap, Dj set e Jam Hip Hop

Maury B (Torino) . LMSTCNZ (Torre Pellice) . CAR-1 & friends (Torre Pellice) . Neekoshy (Torre Pellice) . Dj DONTSTOP (Vigone)

Il programma dell’accampamento è fatto di molti tempi privi di programmazione. L’idea è di lasciare tempo e spazio allo stare insime, all’autorganizzazione, alla convivialità, ma non solo...Recuperare spazi di autonomia richiede delle competenze che non si improvvisano e che si conquistano con il fare. In questa ricerca, il racconto di chi ha qualche esperienza è prezioso. Speriamo che l’accampamento ci offra modo di confrontarci su tecniche e strategie di sopravvivenza in un presente sempre più incerto.

TRUCCHI E SUGGERIMENTI: Produrre il cibo, costruire una casa, cercare stategie per un vita senza elettricità, conservare gli alimenti. Qualcuno ci ha provato, qualcuno vorrebbe imparare, qualcuno pensa sia impossibile. Durante l’accampamento è libera la proposta di incontri che partono da tentativi, successi e fallimenti in questa ricerca empirica.