"I capi si avvicinarono a me, dicendo: "Il popolo d'Israele, i sacerdoti e i Leviti non si sono separati dai popoli di questi paesi, ma imitano le abominazioni dei Cananei. (...)".
"Quando seppi questo, mi strappai le vesti e il mantello, mi strappai i capelli dalla testa e i peli della barba, e mi sedetti costernato" (versetti 1,3).
Confessione di peccato di Esdra
"Mio Dio, io sono confuso; e mi vergogno, mio Dio, di alzare a te la mia faccia, perché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa, e la nostra colpa è così grande che giunge al cielo. Dal tempo dei nostri padri fino ad oggi siamo stati grandemente colpevoli (...). Ora , nostro Dio, che possiamo dire dopo questo? Noi infatti abbiamo abbandonato i tuoi comandamenti, quelli che ci hai dati mediante i tuoi profeti, tuoi servitori (...) Signore, Dio d'Israele, tu sei giusto, e perciò oggi noi siamo ridotti a un residuo di scampati. Eccoci davanti a te a riconoscere la nostra colpa, poiché per essa, noi non potremmo resistere in tua presenza!" (versetti 6,7,10,11,15).
Nei culti esiste la confessione di peccato, ma una confessione come quella di Esdra durante un sermone ci sembrerebbe veramente eccessiva da pronunciare e troppo offensiva nei nostri confronti. Intaccherebbe il nostro perbenismo, la nostra autosufficienza, la nostra visione intelletualistica, il nostro progresso culturale e scientifico.
Non così era il sentimento di Esdra e neppure quello del profeta Daniele nel suo libro, che osarono, con un'umiltà stupefacente, presentarsi a Dio; e benché non si noti in loro alcuna traccia di infedeltà o peccato, giunsero ad identificarsi completamente con il popolo peccatore, non usando il "voi", ma il "noi", "le nostre iniquità". In questo atteggiamento vediamo in tali uomini l'amore intenso per Dio e per il popolo. Esdra, uomo che ha avuto un "bel pelo!", (dalle mie parti si definisce così di chi ha un bel coraggio), ma ha anche avuto l'ardire di strapparselo dalla testa e dal viso; uomini che avevano una "robusta spina dorsale", ma non hanno avuto il timore di costernarsi e umiliarsi davanti a Dio.
"Noi abbiamo peccato, ci siamo comportati iniquamente, abbiamo operato malvagiamente, ci siamo ribellati e ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue prescrizioni. (...)".
"A te, o Signore, la giustizia, (...) a noi la confusione della faccia, ai nostri re, ai nostri principi e ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te. (...) Signore, ascolta! Signore, perdona! Signore, guarda e agisci senza indugio per amor di te stesso, o mio Dio, perché il tuo nome è invocato sulla tua città e sul tuo popolo" (Daniele capitolo 9: versetti 5,7,8,19).
A uomini del genere, a simili preghiere di confessione di peccato Dio è attento, Dio ascolta, perdona ed agisce
Tel que je suis, je viens à Toi, O mon Dieu, je t'implore; sèche mes pleurs et sauve moi, Toi, qui le peux encore! Je suis indigne de faveur, sans droits à ta clémance, Mais dans la croix de mon Sauveur Est ma seule espérance!Inno101 dell'innario valdese "Psaumes et cantiques".
Così come sono, vengo a Te, O mio Dio, t'imploro; asciuga le mie lacrime e salvami! Tu, che ancora lo puoi! Sono indegno di favore, senza diritti davanti alla tua clemenza, ma nella croce del mio Salvatore è la mia sola speranza!
Daniela Michelin Salomon
La confessione di peccato di Esdra in realtà è l'unica che si confà per quelli come noi, che si confrontano ogni giorno con la Parola del Signore, e scoprono la loro miseria... ma anche la grazia che viene loro incontro!
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