mercoledì 18 settembre 2013

Vergognarsi delle Sue parole?

"Perché se uno si sarà vergognato di me e delle mie parole in questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando verrà nella gloria del Padre suo con i santi angeli" ( Marco 8:38).
Di chi non bisogna vergognarsi? Del Figlio dell'uomo nominato: Gesù Cristo, ma quando si tratta di Lui non lo si può dividere dalle sue parole, dalla Parola e dai suoi comandamenti. Chi dice di non vergognarsi di Lui, non si deve vergognare nemmeno delle sue parole.

Chi lo ama, amerà e osserverà pure la sua Parola: "Se uno mi ama osserverà la mia parola(...) Chi non mi ama non osserva le mie parole" (Giovanni 14:23,24).

La condizione per dimorare nel suo amore è quella di osservare i suoi comandamenti: "Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore" (Giovanni 15:10).

E come si diventa puri se non attraverso la parola che Cristo ha annunciato? "Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunciata" (Giovanni 15:3).

Il dimorare in Cristo deve essere unita alla dimora delle sue parole in noi. "Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto" (Giovanni 15:7).

L'amore per Cristo non è mai separato dall'amore per la sua Parola, per le sue parole, i suoi comandamenti e la loro osservanza, questo deve essere ben chiaro come base del sentiero antico da percorrere; questo è il buon sentiero; il modo che ci darà la possibilità di percorrerlo è quello che la Parola stessa ci rivela attraverso Cristo e la sua opera completa.

D.M.S.

3 commenti:

  1. Risposte
    1. Daniela sta esprimendo ciò che molti credenti frequentando la Chiesa valdese non si rendono conto ma è una realtà: vergognarsi di Cristo e delle sue parole.
      Quando ci si vergogna? Adamo ed Eva si sono vergognati quando hanno scoperto di essere nudi. Caino si è vergognato di aver ucciso suo fratello. Davide si è vergognato quando ha riconosciuto la sua colpa davanti al profeta, a Dio e al popolo, dopo aver abusato di Betsabea ed inviato suo marito soldato in prima linea perché fosse ucciso dal nemico. Si vergognava il peccatore degli evangeli quando pregava confessando a Dio le sue mancanze, mentre non si vergognava, anzi era fiero il fariseo di non essere come gli altri peccatori.
      Ci si vergogna quando ci si sente in colpa e non ci si vergogna quando ci si sente giusti. Ci sono anche false colpe, come ci sono false giustificazioni. Ci si vergogna per non avere vestiti all’ultima moda. Mentre ci si sente a proprio agio quando si è vestiti dignitosamente. Ci si vergogna per non essere ricchi; mentre è felice chi si accontenta di quello che ha. Si vergogna chi non sa certe cose; mentre chi non sa accetta la sfida della ricerca perché sa di non sapere tutto. Ci si vergogna a tal punto dei propri errori da nasconderli; mentre chi ha il coraggio di confessarli è stimolato a non ripeterli.
      Nel caso espresso da Gesù è tipico di chi vorrebbe essere come Lui, ma non ne ha pagato o non se la sente di pagare il prezzo. I discepoli molte volte, come noi, non capivano Gesù. Una cosa che non riuscivano ad accettare, quando era in vita, era quella che per fondare il nuovo Tempio, ovvero la Chiesa di oggi, bisognava che morisse prematuramente. Senza quella morte non ci sarebbe stato il fondamento incrollabile della Chiesa cristiana. Non ci sarebbe stata l’effusione dello Spirito Santo promesso; non ci sarebbero state così tante genuine conversioni a Pentecoste; non ci sarebbe stata un’assunzione di responsabilità da parte degli undici discepoli a cui Gesù Cristo aveva affidato il compito di far crescere, pur con tutte le debolezze umane, la neonata chiesa cristiana. Un giorno Gesù aveva detto “chi vuol seguire me deve accettare di prendere la sua croce” e in una altra occasione: “se hanno fatto così al maestro, faranno lo stesso ai discepoli”.
      La vergogna di cui parla Gesù nasce proprio da questa ambiguità: voler essere cristiani e nello stesso tempo voler essere di questo mondo. Gesù diceva che un cristiano non può avere due padroni e invitava chiunque volesse seguirlo a tagliare i ponti con la mentalità o la filosofia di questo mondo. Il suo regno non ha niente da spartire con quello del mondo soggetto al suo principe, il diavolo. Essere in questo mondo, ma non essere radicalmente di questo mondo. Questa è stata la strada, che lo ha portato alla morte in croce e alla risurrezione. Ora regna alla destra di Dio. È di questa prospettiva che molti cristiani si vergognano perché è un argomento difficile da far capire perché in contrasto con le ambizioni della maggioranza. Per molti non è una priorità. Per Gesù Cristo invece lo era. Se vogliamo quindi fare la volontà del Padre e del Figlio non ci si deve vergognare di questo progetto; non ci si deve vergognare di quella strada indicata e percorsa da Cristo e da tutti i suoi discepoli. Il coraggio, come la vergogna è contagiosa. Il Signore Gesù Cristo vivente ci contagi col coraggio che ha avuto.

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    2. Sergio, ottimo commento. Perché non lo trasformi in un articolo separato e me lo mandi per il sito SAV? Grazie!

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