lunedì 4 febbraio 2013

Riforma senza rigenerazione?

A.W. Tozer (1897-1963)
Certo non posso scrivere brani dei diversi libri di quegli autori che hanno influenzato la mia vita spirituale, ma uno non posso dimenticarlo, è A.W. Tozer e il brano successivo è tratto dal suo libro "La radice del giusto".

"Un profeta del XX secolo", così veniva indicato anche mentre era in vita. Per 31 anni è stato pastore della Southside Alliance Church di Chicago e la sua reputazione come uomo di Dio era conosciuta in tutta la città. Contemporaneamente è diventato editore dell'Alliance Life, una responsabilità che ha mantenuto fino alla sua morte, nel 1963. La sua più grande eredità al mondo cristiano sono i suoi numerosi libri, incluso questo.
Non esiste rigenerazione senza riforma
Nella Bibbia l'offerta di perdono da parte di Dio è condizionata all'intenzione di riforma da parte dell'uomo. Non può esserci una rigenerazione spirituale finché non c'è stata una riforma morale. Il fatto stesso che questa affermazione richieda di essere difesa, dimostra quanto siamo rimasti lontani dalla verità. Nella nostra comune teologia popolare il perdono dipende solo dalla fede. Lo stesso termine riforma è stato bandito dai figli della Riforma! Spesso udiamo dichiarare: "Io non predico la riforma, io predico la rigenerazione".
Riconosciamo in ciò l'espressione di un' encomiabile rivolta contro l'insulsa e anti-scritturale dottrina della salvezza mediante gli sforzi umani. Però la dichiarazione così com'è contiene un grave errore, perché oppone la riforma alla rigenerazione. In realtà, nella sana teologia biblica le due non sono mai opposte l'una all'altra. 
La dottrina "non riforma, ma rigenerazione" ci mette erroneamente di fronte a una scelta: o riforma o rigenerazione. Questo è inesatto. Il fatto è che su questo argomento non siamo messi di fronte alla necessità di scegliere tra le due, ma di accettarle entrambe. La persona convertita è sia riformata che rigenerata. Se il peccatore non è disposto a riformare il suo modo di vivere, non conoscerà mai l'esperienza interiore della rigenerazione.Questa è una verità vitale che è andata perduta sotto il fogliame della teologia evangelica popolare.
L'idea che Dio perdoni un ribelle che non si è arreso cessando dalla propria ribellione è contraria sia alle Scritture sia al buon senso. 
Quanto sarebbe orribile pensare ad una chiesa piena di persone che però continuano ad amare il peccato e odiare le vie della giustizia. E quanto sarebbe ancora più orribile pensare a un cielo pieno di peccatori che non si sono mai pentiti né hanno mai cambiato il loro modo di vivere. 
La promessa di perdono e di purificazione nelle Scritture è sempre associata con l'ordine di ravvedersi. Il testo di Isaia ampiamente usato: "Anche se i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve. Anche se fossero rossi come la porpora, diventeranno come la lana" (Isaia 1:18), è organicamente legato ai versetti che lo precedono "Lavatevi, purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni; smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia, rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova!"(Isaia 1:16,17).
Cosa vuole insegnarci se non la riforma radicale della vita prima di aspettare qualsiasi perdono? Separare i versetti l'uno dall'altro sarebbe fare violenza alle Scritture e condannare noi stessi per aver manipolato falsamente la verità. 
Penso che ci siano pochi dubbi sul fatto che l'insegnamento della salvezza senza il ravvedimento abbia abbassato gli standard della Chiesa producendo una moltitudine di ingannati professanti religiosi che erroneamente si credono salvi quando in realtà si trovano ancora nell'amarezza e nelle catene dell'iniquità. E vedere tali persone ricercare davvero la vita più profonda è uno spettacolo sgradevole che disinganna 
Eppure i nostri pulpiti a volte sono piene di persone che cercano e gridano come Simone: "Dammi questa potenza", quando le fondamenta morali non sono state affatto gettate. L'intera faccenda deve essere riconosciuta come una netta vittoria per il diavolo, una vittoria che non avrebbe mai potuto godere se insegnanti poco saggi non l'avessero resa possibile predicando la dannosa dottrina della rigenerazione a prescindere dalla riforma.

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