domenica 28 aprile 2013

Per giungere alla comunione

Leggere Neemia capitolo 1.

"I superstiti della deportazione sono là, nella provincia, in gran miseria e nell'umiliazione; le mura di Gerusalemme restano in rovina e le porte sono consumate dal fuoco. Quando udii queste parole, mi misi seduto, piansi, e per molti giorni fui in grande tristezza. Digiunai e pregai davanti al Dio del cielo" (versetti 4,5).

Sembra che uno lo faccia apposta a parlare sempre di tristezza, mentre ci sarebbe bisogno di esultanza, gioia e canti, ma è così che inizia il libro di Neemia. E' così che inizia pure la storia di chiunque voglia avvicinarsi al Dio del cielo.

Trovarsi di fronte alla realtà della nostra condizione di gran miseria e di umiliazione, osservando "le pietre consumate dal fuoco", e non provando a far finta di niente, sono le attitudini giuste per avvicinarsi a Dio.

Eppure, come mai se uno si permette di avere tali disposizioni di cuore in pubblico, la cosa viene recepita come un'offesa? Generalmente viene richiesto che le cose vengano dette a metà, con molta diplomazia, e poi alla fine ciò che viene accettato e che conta, è solo la saperanza, la fiducia e l'amore ...la correzione è meglio lasciarla da parte!

Uno può anche provarci a condividere i propri sentimenti, ma il più delle volte ti sentirai dire: "Parla per te!"

Il "noi" fa male! Il "noi" non piace! Allora conviene usare la prima persona al singolare, proprio come ha fatto Neemia: " Abbiamo peccato IO e la casa di MIO padre" (versetto 6).

In certi tempi, in certe condizioni, la chiamata diventa personale, non si rivolge più come "agli altri di voi in Tiatiri" (Apocalisse 2:24), ma "all'uno" di Laodicea: "Se uno ode la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me". (Apocalisse 3. 20).

Quando, personalmente, ogni cosa è stata sistemata, c'è stato il pentimento e il ravvedimento; quando ci si è avvicinati al Dio del cielo per mezzo di Gesù Cristo, avviene l'entrata del Signore stesso nel cuore per cenare con la singola persona, e per intrattenere con lei dolci colloqui nel tempo che scorre e nell'eternità.

Daniela Michelin Salomon

1 commento:

  1. O Dio, tu sei il mio Dio, ti cerco dall'aurora. A te anela l'anima mia... Vieni Signore Gesù!

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