“ Là presso i fiumi di Babilonia, sedevamo ed anche
piangevamo ricordandoci di Sion. Ai salici delle sponde avevamo appese le
nostre cetre …ci chiedevano dei canti…dicendo:
Cantate delle canzoni di Sion! Come potremmo noi cantare le canzoni
dell’Eterno in terra straniera?” (dal
Salmo 137)
A causa dei nostri peccati siamo stati strappati dal
santuario e le feste solenni ci sono state impedite; nemmeno il sacramento più
amato ci è stato concesso…e poi ci chiedono di far festa, di cantare i canti di
Sion in terra straniera.
Voi, ai quali ancora è concesso di cantare nelle feste, e
anche ad aggiungere ad esse... luci, auguri e regali; abbiate pietà dei poveri
esuli e non chiedete loro di far festa, di suonare e cantare i canti di Sion; abbiate pietà, non feriteli più del dovuto.
“Se io ti dimentico, o Gerusalemme, dimentichi la mia destra
le sue funzioni, resti la mia lingua attaccata al palato se io non mi ricordo
di te, se non metto Gerusalemme al di sopra d’ogni mia allegrezza” (dal Salmo
137).
“E mi trasportò in ispirito su di una grande ed alta
montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo
d’appresso a Dio, avendo la gloria di Dio” (Apocalisse 21:10).
(Daniela)
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