La Sacra Scrittura considera la Chiesa in duplice modo. A
volte il termine indica la Chiesa quale essa è nella sua realtà dinanzi a Dio, in cui sono inclusi soltanto coloro
che per grazia di adozione sono figli di Dio e, mediante la santificazione
dello Spirito Santo, sono veramente membra di Gesù Cristo. In tal caso non solo
fa allusione ai santi che abitano in terra, ma a tutti gli eletti che hanno
vissuto sin dall’inizio del mondo.
Spesso invece col nome Chiesa è indicata la moltitudine
degli uomini che, sparsa in diverse parti del mondo, fa professione comune di
amare Dio e Gesù Cristo, ha il battesimo come attestazione di fede, e
partecipando alla Cena dichiara avere unità nella dottrina e nella carità, dà
il suo assenso alla Parola di Dio e ne vuole mantenere la predicazione secondo
il comandamento di Gesù Cristo. In questa Chiesa parecchi sono gli ipocriti
frammisti ai buoni che non hanno nulla di Gesù Cristo fuorché il nome e l’apparenza,
ambiziosi gli uni, avari gli altri, maldicenti alcuni, dissoluti altri,
tollerati per un certo tempo sia perché non si possono convertire con
provvedimenti giuridici, sia perché la disciplina non è sempre esercitata con
la fermezza che sarebbe richiesta. Pure, come è necessario credere, quella
Chiesa, a noi invisibile e nota solo a Dio, così ci è chiesto di onorare questa
Chiesa visibile e di mantenerci in comunione con essa.
Il Signore perciò l’ha indicata con indizi e prove evidenti essendo per noi
opportuno conoscerla. E’ bensì vero che a lui soltanto appartiene il privilegio di sapere chi siano i suoi come dice S. Paolo (2 Timoteo 2:19).
Egli infatti, afinché la temerarietà degli uomini non si
spingesse sino a quel punto, ha provveduto opportunamente a ricordarci, con
esperienze quotidiane, quanto i suoi giudizi superino i nostri sensi. Poiché,
da un lato, coloro che sembravano doverosi considerare del tutto perduti e in
situazioni disperate sono ricondotti sulla retta via, e d’altro lato inciampano
quelli che sembravano sicuri.
Perciò secondo la segreta e nascosta predestinazione di Dio,
come dice sant’Agostino, perché si trovano molte pecore fuori della chiesa e molti
lupi dentro. E fra coloro che esteriormente recano il suo contrassegno i suoi
occhi soltanto sono in grado di discernere chi siano i santi senza finzione e
coloro che debbono perseverare sino alla fine secondo la sostanza stessa della
nostra fede.
Tuttavia poiché il Signore sapeva che ci è utile conoscere
quali debbano essere considerati suoi figli, si è adattato, su questo punto,
alla nostra capacità di intendimento. E per il fatto che non si richiedeva per questo
una certezza di fede ha stabilito un giudizio di carità, in base al quale
dobbiamo riconoscere quali membri della
Chiesa tutti coloro che per confessione di fede, vita esemplare, partecipazione
ai sacramenti, confessano con noi un medesimo Dio ed un medesimo Cristo.
Essendo per noi necessario riconoscere il corpo della Chiesa per unirci ad esso
egli lo ha indicato con segni per noi evidenti.
Ecco i dati in base ai quali riconosciamo l’esistenza della
chiesa visibile; ovunque riconsciamo la parola di Dio essere predicata con
purezza, ed ascoltata, i sacramenti essere amministrati secondo l’istituzione
di Cristo, non deve sussistere alcun dubbio che quivi sia la Chiesa…La Chiesa
universale è costituita dalla moltitudine di coloro che sono concordi nell’accettazione della
verità di Dio e della dottrina della sua Parola, malgrado le diversità di
nazioni e le distanze geografiche che possono sussistere, in quanto è unita da
un vincolo di fede.
Le Chiese sparse in ogni città e villaggio sono partecipi di
questa chiesa universale, in modo che ognuna di esse ha il titolo e l’autorità
di Chiesa, e le persone che sono dichiarate appartenervi per professione di
fede, quantunque possano in realtà non costituire la Chiesa, sono da
considerarsi appartenenti ad essa finché non ne siano state esclusa per
giudizio pubblico. Difatti è diverso il criterio di valutazione della Chiesa e
dei singoli.
Può infatti accadere, che in virtù del comune consenso della
Chiesa che le tollera nel corpo di Cristo, siamo chiamati a considerare
fratelli e cedenti persone che non riteniamo tali. Non riconosceremo a queste
persone la qualità di membri della Chiesa dal punto di vista di una valutazione
personale, ma concederemo loro di avere posto nel popolo di Dio finché questo
non sia loro tolto legalmente.
Nei confronti di una comunità invece occorre procedere
diversamente. Quando essa possieda il ministero della Parola e lo onori, e
mantenga l’amministrazione dei sacramenti, deve essere riconosciuta quale
Chiesa in quanto è un fatto certo che la parola e i sacramenti non possono
sussistere senza frutti. In tal modo noi manterremo quelll’unità della Chiesa
universale che spiriti diabolici hanno sempre tentato di spezzare, e non
annulleremo l’autorità che spetta alle assemblee ecclesiastiche, stabilite in
ogni luogo per il bene degli uomini.
[G. Calvino, dall'Istituzione della Religione Cristiana, 4:1).
[G. Calvino, dall'Istituzione della Religione Cristiana, 4:1).
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