martedì 1 novembre 2016

Giovanni capitolo 6

"Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo". Essi dunque gli dissero: che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?" Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate i colui che egli ha mandato". (Giovanni 6:27;29).

"Che dobbiamo fare (noi) per compiere le opere di Dio?"  Gesù rispose indirizzando l'attenzione degli ascoltatori non sull'opera che noi dobbiamo compiere, ma sull' opera di Dio: questa è l'opera di Dio che crediate; in chi? in colui che egli ha mandato, cioè il Figlio dell'uomo poiché su di lui Dio ha apposto il proprio sigillo.
La folla capì che ciò che contava era conoscere l'opera di Gesù Cristo, perciò gli rivolsero un'altra domanda, non più: cosa dobbiamo operare (noi), ma che operi (tu)?. Il Signore risponde nuovamente presentando l'opera di Dio che è un dono: "Il Padre mio vi il vero pane che viene dal cielo: Poiché il pane di Dio (Cristo) è quello che scende dal cielo, e vita al mondo" (Giovanni 6:32;33).
Andando più a fondo nei propositi di Dio si può osservare che  l'opera suprema del Padre è il dono che Egli fa a Suo figlio: "Tutti quelli che il Padre mi verranno a me" (versetto 37); il fatto che alcuni sono stati dati al Figlio dal Padre ha come conseguenza, da parte nostra, un azione: il venire a Cristo e il credere in Lui.
L'opera del Padre (non nostra) al versetto 44 è:  l'attirare: "Nessuno può venire a me se non l'attira il Padre, che mi ha mandato"; senza l'azione dell'attirare da parte del Padre nessuno può venire a Cristo. Questo "attirare" significa essere ammaestrati da Dio, udire il Padre e imparare da Lui (versetto 45).
Ogni passo che facciamo per venire a Cristo è un dono da parte Padre: "E diceva: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è dato dal Padre" (versetto 65)

A questo punto, tu che leggi potresti dire: "Allora, se Dio non mi attira e non mi è dato di venire a lui non è colpa mia se non vengo a Dio."

Ti posso offrire un'immagine, prova  a identificarti in essa:

La tua vita, con tutto ciò che comporta, si svolge in una grande stanza, nella quale non entra luce naturale, perché le persiane, attraverso le quali si intravede la luce, sono chiuse. Di tanto in tanto ti trovi davanti alle persiane chiuse e osservi quella luce che filtra; hai due possibilità: o girare la schiena e continuare la tua vita nella stanza, oppure provare ad aprire le persiane e magari, con un salto, uscire fuori; sei tu che devi aprire le persiane, e sono i tuoi occhi che vedranno, ma chi ti ha messo in quella stanza? Chi ti ha dato gli occhi? Chi ti ha dato gli occhi per osservare quella luce che si infila tra le sbarre delle persiane? Chi ti dà la curiosità irrefrenabile di sapere cosa c'è al di là di quelle persiane? Chi ti ha dato due mani che hanno la possibilità di spingere quelle persiane e soddisfare così quella brama di conoscere ciò che c'è al di là? Ma dimmi, potresti veramente a questo punto dire: " Io rimango dove sto, in questa stanza, tanto se non mi è dato di aprire e se non vengo attirato non posso farlo"? Attento! a chi non è dato non vede neppure le persiane e continua la sua vita in una stanza buia e lì morirà; se tu vedi quella luce provaci (credi) perché Dio ti ha dato di vedere quella luce! VIENI A CRISTO E CREDI IN LUI!

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