martedì 13 febbraio 2024

Teologia dell'identità

Esame critico dell'identità valdese ieri e oggi, di Daniela Michelin-Salomon 


L'appartenenza a un'identità ben definita dal piano creazionale di Dio abbraccia ogni aspetto dell'esistenza umana e il contesto nel quale è stata inserita è fortemente identitario dei minimi particolari.

Dio creò l'essere umano a sua immagine e somiglianza e li creò maschio e femmina inserendoli in un ambiente dove animali e piante erano stati creati secondo le loro specie. Questa frase nel primo capitolo della Bibbia è ripetuta per ben 10 volte, annullando ogni supposizione di evoluzione fa una specie e l'altra.

L' insensatezza dell'ideologia identitaria mutante che si fluidificherebbe secondo l'evoluzione culturale produce l'incapacità di percepire e analizzare la semplicità della logica dell'identità delle specie, della consapevolezza della propria identità come corpo fisico, delle identità nazionali, sociali e di popoli inseriti nelle proprie culture, dell'identità di ciò di cui ci si ciba, dell'identità dei propri antenati; questo ha come conseguenza la rimozione della coscienza del proprio essere storicamente determinati connotati e irripetibili plasmando in questo modo individui e popoli completamente manovrabili e manipolabili. Questo è il proposito del globalismo promosso dal World Economic Forum di Klaus Schwab che si riunisce a Davos in Svizzera.

L'identità individuale del mondo odierno è in pericolo di perdita della consapevolezza persino del proprio corpo determinato dalla sua condizione biologica e come conseguenza è in pericolo l'identità sociale e infine l'identità umana.

La coscienza primordiale è stata sostituita dal ragionamento evolutivo che definisce l'essere umano come derivante dalla scimmia. Essa si trasforma durante il percorso evolutivo fino a raggiungere pure la sessualità, che diventa forma di varia natura: lgbtqia+, per giungere finalmente col confondersi con l' indefinito "+" dell'assenza di identità, dopodiché già c'è aria di trasformazione transumanista uomo-macchina, argilla-ferro tecnologia-umano.

In questo quadro spaventoso dove le radici delle nostre identità sono sotto attacco, si aggiunge pure l'aspetto religioso di una teologia fluida di teologi che insegnano ad inserire la esegesi in un vortice centrifugante dove ogni pratica orientale, ogni religione può andare bene, ogni Dio sarebbe parte del grande Dio.

Occorre così fare appello alla coscienza primordiale riferibile all'origine dell'umanità o riferibile all'origine di un popolo o riferibile all'origine di un individuo. Nel mondo odierno è un processo complesso che ha alienato la creatura umana dalla consapevolezza logica legata alla sua stessa storia. L'origine della coscienza si trova nella consapevolezza di valutare i fatti razionali e non nel carattere di ciò che è relativo, che si basa sul principio che quel che può andare bene oggi, domani potrà essere sostituito dall'esatto opposto.

Un tempo la coscienza aveva in sé una sensatezza intrinseca che procedeva dalla realtà e dalla valutazione razionale,  la Parola di Dio ne parla i Romani cap. 1. Attraverso lo sguardo la contemplazione, la riflessione sulla natura che ci circonda, la coscienza primordiale era consapevole che Dio avesse creato ogni cosa con la sua eterna potenza e divinità e, attraverso le sue opere, diventava possibile intuire le Sue qualità invisibili la conseguenza era quella di glorificare Dio e ringraziarlo.

Esiste, però, un altro aspetto: l'identità del Cristianesimo che permeava realmente l'intera struttura sociale nei secoli passati, trovava in essa un limite di contenimento preposto da ciò che allora, attraverso le chiese, caratterizzava la possibilità di un esegesi biblica corretta che spingeva a redigere Confessioni di Fede classiche. Esse caratterizzavano le colonne portanti dell'ecclesiologia e di conseguenza del Popolo.

Risalendo dunque all'origine di un sentiero ben tracciato nel passato, si ritrova la caratteristica identitaria di ciò che  immutabilmente fu stabilito da Dio nel Cristianesimo e la riaffermazione di tale identità è la sola salvaguardia individuale e collettiva. L'identità immutabile del Cristianesimo non si evolve ed è impossibile cancellarne le pietre miliari. La Parola di Dio non si elimina rimane uguale in tutti i secoli, mai nessun potere è riuscito a demolirne l'identità divina; esteriormente l'hanno vivisezionata e contestualizzata in un rogo di ideologie devianti, ma essa rimane fondata su una base identitaria incrollabile fermamente stabilita, che tutti i nemici di Dio non possono alienare.

Questi due aspetti contrastanti messi a confronto, possono farci individuare l'esempio estremo dell’anomalia di perdita di identità: nell'insegnamento, nell' indottrinamento delle moderne scuole teologiche ed ecclesiali valdesi si mantengono fermi i capisaldi dell'immagine della realtà ma si prosegue in uno sdoppiamento identitario. È l'inganno più grave nel quale un individuo, un popolo una società, possono venirsi a trovare, perché difficilmente identificabile. L' IMMAGINE: il popolo della Bibbia, la chiesa “calvinista” con la sua confessione di Fede Valdese, contrapposta alla REALTÀ: l'annullamento nei minimi particolari di ciò che caratterizza l'immagine; revisionamento delle dottrine bibliche fondamentali, con conseguente riduzione della fede in una forma relativista entro la quale la religione e il dogma evolvono. L'irrilevanza totale a riguardo degli articoli della propria Confessione di Fede valdese mantenendone solo l'immagine storica. Che cosa è successo? È successo che è sopravvissuta solo l'immagine dell'identità mentre l'identità reale si è andata completamente perduta, si può così giungere a credere così di essere un valdese. Ma è veramente così?

È stupefacente come il Dio dominatore su ogni cosa, il Sovrano, sovrano  pure sulla Chiesa valdese,  abbia mantenuto una pallida luce che brilla nelle tenebre. Infatti, malgrado la sua evoluzione teologica liberale, malgrado gli sforzi ermeneutici di decostruzione del messaggio biblico, gli sforzi di decostruzione di genere per renderlo moralmente fluido, malgrado il rinnegamento di ogni punto della propria Confessione di Fede fino a deformare l'"immagine"del Dio trino, malgrado l'allineamento alle ideologie emergenti dominanti, è stupefacente la stabilità di una volontà divina che in qualche modo permette che la Bibbia venga annullata perché ancora venga valorizzata; così pure per la Confessione di fede valdese che ancora viene sottoscritta dai pastori alla loro consacrazione. Non si possono neppure annullare i Salmi che si trovano ancora oggi nell'Innario Cristiano; non si può nemmeno annullare la “Istituzione della religione cristiana di Calvino”…

I Sentieri Antichi Valdesi, per chi vuole andare a fondo e per tutti gli osservatori attenti, sono ancora ben tracciati!

Daniela Michelin-Salomon


2 commenti:

  1. La chiesa Valdese erede di se stessa non de la riforma, la sua adesione e stata per opportunismo/sopravvivenza, storicamente certo per il fatto che molti valdesi non aderirono alla riforma, altra prova e che furono fra i primi ad aderire alle correnti liberali, lo stocco finale la fusione valdometodista, in quanto la opposizione interna valdese e quasi inesistente a volte pavida. Il fatto che la confessione di fede viene sottoscritta de pastori e ancora una altra prova della loro perversione morale e spirituale.La chiesa valdese oggi e una "chiesa che confonde" non una che risponde, le sue risposte disonorano quello che il nome di Evangelici Riformati, ancor piu grave camminano come nemici della croce di Cristo, disonorando la Sua parola e negando la Autorita della stessa svotandola di ogni significato.Il mondo "deformato" Italiano non e stato capace di difendere la FEDE autentica Riformata.

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  2. Non sono un Anonimo mi firmo. Francesco Reale https://www.riformata.org

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