Al Sinodo di Chanforan fu redatto un gruppo di conclusioni comprendente 23 articoli che formavano, per così dire, una confessione di fede. Le rivelAzioni del barba Griot, sottoposto successivamente a processo inquisitoriale, costituirono la sola testimonianza, relativa a questo Sinodo, di cui siamo in possesso. Il Sinodo ebbe il grande vantaggio di porre fine ai compromessi che la semiclandestinità portava con sé; adottò inoltre la dottrina evangelica resa accessibile dai riformatori, chiarendo le posizioni di fede che i valdesi avevano adottato da secoli, dotò il protestantesimo di lingua francese della prima traduzione della Bibbia.
I barba, infatti, mostrarono ai riformatori le copie in patois provenzale, manoscritte dagli allievi della scuola di Pradeltorno. Guglielmo Farel, (riformatore della città di Neuchatel e maestro di Calvino), si incaricò della traduzione, ma sebbene molto istruito, era un uomo d'azione più che di studio. Non tardò dunque a cedere questo peso a Pietro Robert, detto Olivetano, dotto in greco ed ebraico e che si era già applicato a lavori del genere. Fu la prima Bibbia francese tradotta non più dal latino, ma dagli originali greci ed ebraici. Rivista da Calvino e successivamente da altri teologi, la "Bibbia di Olivetano" è alla base di tutte le traduzioni francesi apparse fino al XIX sec. Venne stampata nel 1535 dal tipografo Pierre de Wingle a Neuthatel, e il costo di 800 scudi d'oro fu interamente coperto dal popolo valdese.
In occasione del quarto centenario dello storico Sinodo, l'Associazione Cristiana dei Giovani di Angrogna ricavò dalla Roccaglia un affusolato monolite, che fu posto su un basamento e adornato da una Bibbia aperta, in marmo bianco, con in rilievo il candeliere valdese. Il momumento, ideato da Paolo Paschetto, sorge a Chanforan (il bozzetto è custodito presso il Museo storico di Torre Pellice.
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