domenica 9 dicembre 2012

IL MARE

"Poi fece il "Mare" (1 Re 7:23).

Risalendo i sentieri ripristinati a fatica, si giunge sulle montagne, dove i prati in primavera si colorano di fiori dai mille profumi e colori, come il timosirpillo, piantina aromatica dai piccoli fiori rosa, sui quali coricandosi per riposare e chiudendo gli occhi, liberano il loro profumo che  prende forma unendosi al ronzio delle api che sfrecciano e vanno via veloci. Il silenzio maestoso della montagna è interrotto in lontananza solo dal mormorio del ruscello che versa le sue acque nel lago montano, nel quale osservando non puoi vedere il fondale, perché la sua superficie a mo' di specchio riflette le imponenti montagne innevate. Il lago ti sfida a buttarti, ma generalmente gli unici coraggiosi sono i tedeschi che riescono a sopportare l'acqua fredda abbandonandosi...senza toccare il fondo.

Salomone fece il mare di bronzo alto 2,50 metri, con un diametro di 5 metri, e una circonferenza di 15 metri. Era una vasca perfettamente rotonda contenente 2.000 bati d'acqua, circa 80.000 litri...il calcolo non torna; 80.000 litri sembrano proprio esagerati per la dimensione della vasca. E' a questo punto che sono importanti gli esegeti, gli studiosi, i biblisti esperti, cioè quelle persone che hanno dedicato buona parte della loro vita allo studio e alla ricerca.

Sarebbe interessante chiedere loro se questo "Mare" i sacerdoti lo usassero per immergersi e se fossero in grado di toccare il fondo con i piedi; mi ritorna in mente la piscina di Bricherasio quando andavamo a nuotare da ragazzini tutti i mercoledì, con un bel numero di giovani di Villar e Bobbio Pellice, costantemente l'appuntamento era alla piscina azzurra dove non si toccava il fondo, se non con la punta dell'alluce dove l'acqua era più bassa.

Ricordi che fanno venire in mente l'immagine del torrente che si trova nel libro del profeta Ezechiele, torrente che usciva dal tempio:" Erano acque ingrossate; acque che bisognava attraversare a nuoto; un torrente che non si poteva guadare." (Ezechiele 47:5).

Immergersi nell'elemento naturale, che rappresenta quello spirituale, fino a lasciarsi andare e galleggiare senza più appoggiarsi sui nostri sforzi, significa per me abbandonarsi a tutte le risorse che Dio fornisce direttamente dalla Sua presenza, come il suo amore e la sua protezione che ci avvolge, la sua grazia e la sua consolazione che ci accompagnano, la sua forza e il suo sostegno in ogni difficoltà.

Daniela Michelin Salomon


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1 commento:

  1. Anch'io Cristiano Cattolico Romano giro con pic e badile da solo ripulendo sentieri antichi abbandonati da un secolo e oltre. Lo faccio con tanto amore, sviscero la terra alla ricerca di quegli uomini tenaci, dalle mani callose e nere che hanno costruito questi sentieri alla ricerca di contatti umani e scambi di sopravvivenza. Parto al mattino molto presto con il buio, con una torcia elettrica,per essere sul posto di gioia appena albeggia, ogni pietra ogni gradino scavato a piccone nel sasso vivo mi parla di fatica ,di tenacia del passato, ogni metro percorso con fatica è un metro di gioia.Sono solo con Dio,nessuno altro condivide con me,gli Enti preposti a questa conservazioni mi voltano le spalle,non vogliono altri problemi. Così in poco tempo il tutto ritorna ancora proprietà della terra e delle radici. In me rimane la gioia di quella fatica , il dialogo con quegli uomini dalle mani nere e callose,Dio che mi ha riscaldato il cuore in quelle mattine gelide. Ciao a tutti quei PAZZI come me.

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