martedì 25 dicembre 2012

SENTIERO SOLITARIO VALDESE

Percorrendo un sentiero antico valdese mi sono imbattuta in un ponte magnifico, fatto ad arco, solidamente ancorato alle rocce da ambo i lati del torrente; che ha resistito per più di 370 anni ai vari cataclismi alluvionali accaduti in valle. Detta opera di ingenieria è costruita da pietre appoggiate per piatto le une alle altre senza cemento. il ponte è alto circa 25 metri. Si trova ad alcuni chilometri fuori dall'ultimo paese della Valle: Bobbio Pellice, vicino a una borgatina antica e poco ristrutturata, situata come in un buco e infatti si chiama " Malpertus ". Sorpresa! Questo manufatto storico è chiamato: "Ponte di Napoleone". Un cartello informativo cita testuali parole: Ponte "di Napoleone".

Sicuramente "l' Empereur" non vi ha mai messo piede, ma come tutti sanno, nelle Alpi piemontesi sussistono tre certezze: su tutti i ponti è passato Napoleone, da tutti i valichi è transitato Annibale ( elefanti compresi ), in tutte le locande ha pernottato Vittorio Emanuele II. Ciò premesso, la data di costruzione è quasi certamente quella incisa sul roccione all'imbocco del ponte stesso: 1640 ( Napoleone nacque nel 1769), le altre date si riferiscono a probabili riparazioni o miglioramenti. Notate che il quasi certamente primo costruttore (o capo cantiere) ha lasciato la firma " Paolo Buffa muradore " sulla spalletta all'inizio del manufatto.
Fatto notevole: mentre altri ponti della valle, molto più recenti, sono stati distrutti, o gravemente danneggiati da forti alluvioni ( Bibiana, Torre, Villar, Bobbio), il nostro regge imperterrito, da quasi quattrocento anni.
( A cura di Mario Ferrari.)

- Nessun Napoleone! - Nessun Annibale! - Nessun Vittorio Emanuele II!

Vi ricordate la pubblicità di una famosa acqua minerale priva di sodio in cui l'unica particella di quest'ultima sostanza chimica, vagava disperatamente gridando: " C'è nessuNOOO?" A me è successo che vagando per dirupi e valli ho gridato facendo la stessa domanda: " C'è nessuNOOO?. E l'eco mi ha risposto: " NOO...noo... noo..."

" Io sono stato mosso da una grande gelosia per il Signore, per il Dio degli eserciti, perché i figli d' Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto IO SOLO, e cercano di togliermi la vita" (1 Re 19:10).

" Il Signore gli disse...ma io ho lasciato in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui ginocchio non s'è piegato davanti a Baal, e la cui bocca non l'ha baciato." (1 Re 19:18 )

Io faccio appello ai " settemila uomini ", dando loro una buona notizia:

" Nell'attuale scenario della cristianità, il movimento evangelicale possiede diversi motivi per essere preso in seria considerazione. prima di tutto le sue dimensioni e i coefficienti di crescita. Esso costituisce  un movimento estremamente variegato e pieno di vivacità che, soprattutto negli ultimi decenni, si è giustamente imposto all'attenzione dei mass-media, dei sociologi, dei politici, degli storici e dei teologi. Qualcuno penserà ad una pseudo-attenzione dettata dalle vertigini del consumismo, ma si tratta pur sempre di attenzione e, a ben vedere, di un'attenzione che si giustifica anche da altri punti di vista. L'interesse per questo movimento va infatti al di là del dato statistico, perché esso si propone come una concezione religiosa con una sua propria fisionomia. Esso si presenta con una propria carta identità storica, teologica ed ecumenica che affonda le proprie radici in una storia di tutto rispetto. Se il fenomeno è non un semplice sussulto di spiritualità più o meno delineato, ma un movimento con un profilo serio e consistente in grado di guardare al futuro con certe ambizioni, sembra opportuno dedicargli qualche attenzione. Trascurarlo o sottovalutarlo sarebbe una grave ingenuità. Vale allora la pena tentare di presentare una sorta di "carta d'identità" del movimento, che permetta di coglierne i lineamenti salienti. Gli studiosi che si sono cimentati in questa impresa cominciano ad essere numerosi, ma questo non significa che si sia già delineato un quadro pienamente soddisfacente, e questo per almeno due motivi. Il primo è che la maggior parte degli studi è comparsa in altre lingue, per cui il lettore italiano non è sempre stato sufficientemente informato dello stato della questione. Il fenomeno evangelicale appare infatti all'uomo della strada ancora come una realtà un po' esotica, priva di agganci con la realtà italiana familiare. il secondo motivo che impedisce d'avere un'adeguata visione del fenomeno è che esso, proprio per la sua stessa poliedricità, non si presenta a facili semplificazioni. La sua presenza in contesti assai diversi e la sua fluidità possono contribuire a rendere difficile l'individuazione delle sue specifiche caratteristiche e non ne facilitano la comprensione. Dopo gli inevitabili sussulti iniziali, si può dire che il movimento manifesta oramai elementi di stabilità tali da renderne più facile lo studio per coglierne contorni e significato. ("Il movimento evangelicale. Pietro Bolognesi; Leonardo De Chirico").


Daniela Michelin Salomon


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