venerdì 18 gennaio 2013

Devastazione

"Acaz... non fece ciò che è giusto agli occhi del Signore, suo Dio, (...)  fece passare per il fuoco persino suo figlio. (...) Acaz prese l'argento e l'oro che si poté trovare nella casa del Signore e nei tesori del palazzo reale, e li mandò in dono al re degli Assiri (...) Il re Acaz spezzo anche i riquadri delle basi, e ne tolse le conche che c' erano sopra; fece togliere il mare di bronzo da sopra i buoi di bronzo che servivano da sostegno, e lo posò sopra un pavimento di pietra (...) Fece anche togliere dalla casa del Signore, a causa del re d'Assiria, il portico del sabato che era stato costruito nella casa, e l'ingresso esterno riservato al re" (2 Re 16:i 2,3,8,17,18).
Eppure in mezzo a questa devastazione il re Acaz "la faccia se la salva": vale a dire la forma religiosa, l'esteriorità, le pratiche apparenti di spiritualità e onore a Dio. Costruisce un altare per bruciarvi sopra il suo olocausto e la sua offerta, vi versò la sua libazione, e vi sparse il sangue del suo sacrificio di riconoscenza, compresi gli olocausti di tutto il popolo; e tutto ciò su quale altare? Secondo l'altare del re d'Assiria disprezzando i tesori della casa di Dio. E la storia di nuovo si ripete, sempre la storia, non di Dio, ma dell'uomo si ripete, forse sotto altre sembianze, ma è sempre uguale.

Non giudichiamo, ma osserviamo attentamente la storia che ha come corolla tanti specchi che si riflettono uno nell'altro, fino ad arrivare a una croce che li riduce tutti in frantumi; lì le cose cambiano, lì Dio è nuovamente esaltato e glorificato nel modo giusto e secondo ogni aspetto che la Sua Persona richiede.
Solo Lui, Gesù Cristo, è stato in grado di "costuire l'altare" secondo il modello del pensiero di Dio per offrici sopra ogni dono gradito a Lui, permettendo anche al popolo di ripristinare o meglio di iniziare un sevizio sacerdotale in perfetta armonia con la santità di Dio.

Daniela Michelin Salomon 


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