mercoledì 16 gennaio 2013

Sentirsi rivivere


"...Affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi sapete che a questo siamo destinati (...) Per questa ragione, fratelli, siamo stati consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede, pur fra tutte le nostre angustie e afflizioni; perché ora, se siete saldi nel Signore, ci  sentiamo rivivere" (1 essalonicesi 3:3,7).
...vero è anche che i tempi sono cambiati! Ci sono prigioni in questa società che ingabbiano la mente tanto da diventare vere e proprie tribolazioni che non ci permettono di sentirci rivivere.

L'apostolo si sentiva rivivere in mezzo a tutte le tribolazioni di quel tempo, nella relazione d'amore intensa per i salvati, quando sapeva che stavano saldi nel Signore.

Ora, in questa società che isola le persone nelle case davanti alla televisione o ai mezzi virtuali spegnendo o alterando le relazioni, l'isolamento che molti vivono è come un certo tipo di tribolazione nella solitudine.

Il tornare indietro sui "sentieri antichi" è anche tentare di ripristinare il contatto umano di un sorriso, di un dialogo, e di un bel litigio, e perché no? davanti a un bicchier di vino e pane e salame rigorosamente di capra! per rivivere "comunità", "agape" e per allontanare l'individualismo che può sembrare una forma di salvezza, ma che in verità deteriora le normali funzionalità di un mondo che gira per il verso giusto.

Riuscire a stare con voi, togliendo di mezzo il computer e guardare il vostro volto...mi farà rivivere!

"Timoteo...ci ha detto...che desiderate vederci, come anche noi desideriamo vedere voi (...) mentre notte e giorno preghiamo intensamente di poter vedere il vostro volto" (versetti 6,10).
Parole ricche di desiderio intenso che esprimono quanto l'apostolo desiderasse vedere, incontrare, stare insieme a fratelli e sorelle in Cristo vale a dire: alla chiesa, per confermarli e confortarli nella fede.

Chissà se Paolo abbia attraversato le nostre valli per stare coi valligiani un po' di tempo?
"San Paolo traversava le Valli Valdesi per andare in Spagna. Trovò che i Valdesi erano gente seria, amante dei problemi religiosi e praticante una morale severa. Così, pensò che il terreno doveva essere fertile per seminare, in quelle anime ancora innocenti, la religione del Cristo e si fermò parecchie settimane nelle nostre montagne. I contadini accorrevano in folla per ascoltarlo e si convertirono, al soffio potente della sua parola ardente. Un giorno, predicò nel luogo dove attualmente si trova la chiesa di San lorenzo, costuita nel 1555, e fu portato in trionfo dai nuovi cristini entusiasti. Quando partì per la Spagna, tutti piangevano a calde lacrime, come se fosse piombata loro addosso un'irreparabole disgrazia: gli uomini forti si disperavano ancora più degli altri. Quei montanari si attaccarono tenacemente alle loro nuove dottrine e le conservarono, per mezzo della tradizione orale, di generazione in generazione, fino ai nostri giorni. I pagani ignoranti chiamarono quel cristianesimo primitivo "la religione dei Valdesi". Quando venne la Riforma, i protestanti trovarono, nelle Valli Valdesi, dei fratelli in Cristo che avevano conservata immacolata la fede cristiana predicarta da San Paolo.
Tale racconto appare correlarsi al dibattito ottocentesco, fra autori valdesi e non, intorno all'antichità della religione valdese, su cui merita soffermarsi. Riferendo la conversione dei montanari valligiani all'opera di San Paolo, questa leggenda tende a porre l'evangelizzazione delle Valli al I secolo d.C., ciò che storicamente non poté essere , sia perché non è provato che Paolo ebbe a transitare per le Valli nel corso delle sue numerose peregrinazioni e sia perché le prime comunità cristiane sopraggiunsero in Piemonte e in Valle d'Aosta verso il III secolo e in Savoia verso il IV-V secolo" (Maria Bonnet "Tradizioni orali delle Valli Valdesi del Piemonte").


Daniela Michelin Salomon


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3 commenti:

  1. Molto bello Daniela, grazie per il post. Bada però che hai pubblicato anche la bozza per errore...

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    1. Caro Luca, che cosa ho fatto? Beh, coi pasticci che combino col computer non c'è da stupirsi! Comunque io non mi vergogno dell'Evangelo e neanche dell'opera di Dio. Ogni cosa è nelle Sue mani!
      Daniela

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