domenica 13 gennaio 2013

Testimonianza personale

"Perché la nostra predicazione non proviene da finzione, né da motivi impuri, né è fatta con inganno; ma come siamo stati approvati da Dio che ci ha stimati tali da poterci  affidare il vangelo, parliamo in modo da non piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori.(...) Difatti non abbiamo mai usato un parlare lusinghevole, come ben sapete, né pretesti ispirati da cupidigia, Dio ne è testimone.(...) E non abbiamo cercato gloria dagli uomini, né da voi, né da altri.(...) Per questa ragione anche noi ringraziamo sempre Dio, perché quando riceveste da noi la parola della predicazione di Dio, voi l'accettaste non come parola di uomini, ma, quella che essa è veramente, come parola di Dio, la quale opera efficacemente in voi che credete" (1 Tessalonicesi 2: 3,4,5,6,13).
 Ridare il posto che spetta alla Parola di Dio è come far sorgere il sole dopo lunghi giorni di tempesta e di nuvole nere.

Chi firmò l'Appello al Sinodo del 2010 ebbe il coraggio di provare a far sorgere quel sole e io rimpiango di essere arrivata tardi e di non avere avuto il privilegio di aggiungere il mio nome a quella lista.

Il signor "Errore" del Sinodo è stato quello di non aver preso minimamente in considerazione l'umile richiesta di fratelli e sorelle firmatari dell'Appello per un richiamo a ricevere la Santa Scrittura per divina e canonica, per regola della nostra fede e vita. (www.valdesi.eu "Appello al Sinodo"). In altri tempi alle persone, anche singole, che si appellavano al re, veniva  loro concessa l'udienza e il re le avrebbe ascoltate. Il non considerare tali fratelli e sorelle in fede per me è stato un motivo di scandalo imperdonabile. Essi sono stati umiliati nel loro coraggio e nel loro valore di credenti nel "sole" della Parola di Dio. 

Una lontana possibilità di rimedio sarebbe, da parte dei pastori e responsabili quello di convocare i quaranta firmatari e riconoscere il proprio errore e provare di aprire un dialogo rispettoso, altrimenti tale scandalo non può essere rimosso! Io non sono "nessuno" e non ho voce in capitolo: sono valdese secondo la fede dei miei padri valdesi riformati e non secondo la Chiesa ufficiale Valdese odierna e perciò non ritengo che sia corretto essere membro di chiesa, perché questo significherebbe essere in comunione con la Chiesa ufficiale, cosa che non sono. Essendo "fuori" so di non "spaventare" nessuno, perché nessuno io voglio spaventare, ma nello stesso tempo posso continuare il mio percorso personale lì dove Dio mi appianerà il sentiero e mi aprirà le porte per una testimonianza efficace alla Sua Parola.

Cari fratelli e sorelle firmatari dell'Appello al Sinodo 2010 mi unisco a voi scrivendo il mio nome vicino al vostro come valdese, non membro di chiesa in comunione con la Chiesa ufficiale Valdese.

Primi firmatari: Ivan Caradonna, Fabrizio Malan, Lucio Malan, Sergio Malan, Giorgio Mathieu.

Membri di Chiesa Valdese: Marco Soranno, Mario Alberione,, Pirangelo Baschera, Gianni Spettoli, Marco Avondet, Alma Armellino Avondet, Gianfranco Mathieu, Enrica Benech Malan, Paolo Olivieri, Archimede Bertolino, Alda Robba, Daniela Boldrin, Giuliana Pasqualetti, Walter Balzana, Emilio Bracco, Laura Borsatti Armani, Ada Balmas, Antonio Bozzi, Nicola Santullo, Laura Vallini Negri, Armando Inglese, Claudine Noel, Samuele Sieve, Aldo Rostan, Davide Arnoulet, Nirvana Arnoulet, Marcella Stalè, Aldo Charbonnier, Concetta Barbagallo, Salvatore Dalemmo, Federico Martra, Silvano Odino, Carla Charbonnier, Rossella Gamba, Federico Martra.- Daniela Michelin Salomon.
"Fino dalle prime origini, i Valdesi, così al di là come al di qua delle Alpi, costituirono non non già una confraternita religiosa, simili a quelle non poche che allora sorgevano, ma una comunità avente la tendenza irresistibile ad emanciparsi dal giogo della Chiesa Romana, in virtù della propria regola di fede. Essi affermavano esplicitamente l'autorità sovrana della Sacra Scrittura, il dovere e il diritto di appellarsi dall'autorità ecclesiastica alla Parola di Dio come alla regola unica di fede, e il dovere che ne deriva di diffondere questa, mediante la lettura e la predicazione, il  principio fondamentale fu dunque quello apostolico: "Obbedire a Dio anziché agli uomini"; il che doveva fatalmente significare: disobbedire alla Chiesa per seguire il Cristo e per condurre a Lui i credenti, mediante la libera predicazione dell'Evangelo" (Da "Breve storia dei Valdesi" di Ernesto Comba).  
Daniela Michelin Saolomon

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2 commenti:

  1. ...Essi affermavano esplicitamente l'autorità sovrana della Sacra Scrittura, il dovere e il diritto di appellarsi dall'autorità ecclesiastica alla Parola di Dio come alla regola unica di fede, e il dovere che ne deriva di diffondere questa, mediante la lettura e la predicazione...

    In questo senso io mi ritengo e sono cristiano, prima ancora che valdese... Anche se ai valdesi dei sentieri antichi mi sento vicinissimo, come a Francesco d'Assisi ed al suo Evangelo da amare e rispettare sine glossa...

    Perciò al momento non sono membro iscritto ad alcuna chiesa, ma sono membro della chiesa, intesa come la Comunità dei credenti in Cristo. Vicino a te ed a tantissimi altri fratelli e sorelle.

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    1. Signore ti vogliamo ringraziare per averci unito in un unico Corpo indissolubile con Te e in Te. Amen

      Daniela

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