sabato 12 gennaio 2013

Tempi di restauro

"Ioas disse ai sacerdoti: "Tutto il denaro consacrato che sarà portato alla casa del Signore...tutto il denaro che qualunque persona decida di portare alla casa del Signore, i sacerdoti lo ricevano, ognuno dalle mani dei suoi conoscenti, e se ne servano per fare i restauri alla casa, dovunque si troverà qualcosa da restaurare (...) Allora il re Ioas chiamò il sacerdote Ieoiada e gli altri sacerdoti, e disse loro: "Perché non restaurate quel che c'è da restaurare nella casa?(...) E non si chiedeva alcun resoconto a quelli nelle cui mani si consegnava il denaro per pagare chi eseguiva il lavoro; perché agivano con fedeltà" (2 Re 4;5;7;15).

Tempi di restauro.

"Per tutto c'è il suo tempo; c'è il suo momento per ogni cosa sotto il cielo...un tempo per demolire e un tempo per costruire" (Ecclesiaste 3:1;3)

E' bello trovarsi nel  tempo del  restauro, della costruzione; man mano che si procede l'entusiasmo aumenta, come anche aumentano le forze e si allontanano i timori. "Tagliando i rami che intralciano i sentieri, la luce del sole penetra attraverso i folti alberi ed arbusti che crescono a perdita d'occhio sui pendii. La vita è ovunque e si nota in quei raggi di sole che filtrano decisi negli spazi liberi fra le foglie, in quella scia luminosa volano milioni di insetti...che fanno? Si scaldano? Cercano cibo? O forse l'istinto li conduce ad accoppiarsi in quella luce meravigliosa?

L'energia produce energia e in questi piccoli insetti, con un cervellino a forma di "punta di ago" c'è più capacità di noi; riescono persino a volare, cosa che noi, con la nostra sapienza, non riusciamo a fare.
Però, in questo girotondo di vita e di luci, la voglia di vivere e proseguire nell'impresa di restauro produce l'energia della gioia che alimenta le forze pregustando la visione finale e completa dell'opera, per la quale opera, sia chiaro! è necessaria gente che agisca con fedeltà, unione e ordine

Nell'infedeltà, nella disunione e nel disordine è inutile provare di fare anche solo un passo da formica, sarebbe veramente troppo faticoso!

Nel "Glorioso Rimpatrio" i Valdesi percorsero i sentieri delle montagne, per un "tempo di restauro" nel ritornare nella propria patria.

"La mattina del 16, Arnaud li divise in venti compagnie, comandato da venti capitani, dei quali quattordici valdesi e sei fancesi. V'erano tre pastori: E. Arnaud, G. Moutoux, C. Chion; quest'ultimo però fu catturato dai francesi quel giorno stesso. E partirono. In sei giorni di marce forzate attraversarono la Savoia e giunsero al Moncenisio senza incontrare seria resistenza da parte delle popolazioni, fra cui, seguendo i consigli di Gianavello, avevano cura di scegliere via via in ogni villaggio, quali ostaggi, le persone più ragguardevoli, che avevano naturalmente vivissimo interesse  a facilitare la rapida marcia della legione. Ma furono giorni faticosissimi per i nostri reduci costretti a camminare, carichi com'erano, per sentieri impossibili ed anche senza sentieri, sulle creste dei monti per evitare gli agguati, con pioggia quasi continua, attraverso nevi e ghiacciai. Per alcuni dì camminavano notte e giorno, serbando per il riposo appena tre ore su ventiquattro. In special modo la traversata del Moncenisio, che trovarono coperto di neve, restò memorabile per le inaudite peripezie e sofferenze che l'accompagnarono.

Unione e Ordine ( Il giuramento di Sibaud)

"Iddio, per la sua divina grazia, avendoci felicemente ricondotti nel paese dei nostri padri, per ristabilirvi il puro culto della nostra santa religione, continuando e compiendo la grande impresa che questo gran Dio degli eserciti diresse fin qui così divinamente a favor nostro: noi pastori ed altri ufficiali, giuriamo e promettiamo al cospetto di Dio, pena la dannazione delle anime nostre, di serbare fra noi l'unione e l'ordine, di non disunirci finché Iddio ci conserverà in vita, e quand'anche per sventura ci vedessimo ridotti a tre o quattro...E noi, soldati promettiamo e giuriamo oggi dinanzi a Dio di ubbidire agli ordini di tutti i nostri uffuciali, e giuriamo ad essi con tutto il cuore d'essere loro fedeli fino all'ultima goccia del nostro sangue...e finché l'unione, che è l'anima di tutti gli affari nostri, resti fra noi incrollabile, gli ufficiali giurerenno fedeltà ai soldati e questi agli ufficiali,  promettendo oltre a ciò, tutti insieme, al nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo di strappare per quanto sarà possibile il rimanente dei  fratelli nostri alla crudele Babilonia per ristabilire con essi e mantenere il suo regno fino alla morte, osservando durante tutta la nostra vita e di buona fede il presente regolamento" (Da "Storia dei Valdesi" di Ernesto Comba).

Daniela Michelin Salomon 

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2 commenti:

  1. Molto bello questo post Daniela; mi hai fatto tornare in mente l'unica volta che quei sentieri antichi, quelli del glorioso rimpatrio, li ho percorsi davvero, ospite delle valli valdesi. Con la mia allora picoolissima figlia Sara nello zaino sulle mie spalle, che con le manine quel sole cercava di afferrarlo. E ci riusciva, perchè chi sa farsi piccolo come un bambino di fronte alle meraviglie dell'Eterno, quello solo può riuscirci.

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    1. Grazie, caro Luca.
      Che la luce del Signore illumini le nostre vite con la gioia del percorso verso di Lui, correndo felici come i bambini.
      Daniela.

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