lunedì 25 febbraio 2013

Camminare

"Tutti costoro, pur avendo avuto una buona testimonianza per la loro fede, non ottennero ciò che era stato loro promesso. Perché Dio aveva in vista per noi qualcosa di meglio, in modo che loro non giungessero alla perfezione senza di noi" (Ebrei 11:39). 
"Dalla terra esce il pane, ma nelle sue viscere è sconvolta come da fuoco. Le sue rocce sono la sede dello zaffiro, e vi si trova la polvere d'oro. l'uccello rapace non conosce il sentiero che vi conduce. " (...) Da dove viene dunque la saggezza? Dov'è il luogo dell'intelligenza? (...) Dov'è la via che conduce al soggiorno della luce(...) Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo dove risiede (...) E disse all'uomo: "Ecco, temere il Signore, questa è saggezza, fuggire il male è intelligenza" (Giobbe 28:5,6,7,20; 38:19; 28: 23,28).
Per giungere alla perfezione, per trovare il sentiero dove si trova lo zaffiro e la polvere d'oro, cioè ciò che c'è di più prezioso, come la saggezza e l'intelligenza, in questo mondo la via è: la perdita. Giobbe arrivò alla saggezza perdendo tutto; i testimoni della fede di Ebrei 11 non ottennero ciò che era stato loro promesso, come pure i martiri valdesi che si videro spogliati di famiglia, beni, culti e fino alla propria vita. Cosa ottennero quaggiù?
"Persero tutto, essendo morti nella fede, senza ricevere le cose promesse, ma avendole vedute e salutate da lontano, confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra" (Ebrei 11:3).
Forse abbiamo sbagliato nel calcolo della longitudine e della latitudine nel tracciare il nostro sentiero; forse l'ago della bussola indicante sempre il nord si è arrugginita; forse la rosa dei venti si è deformata. Forse abbiamo pensato che il nostro benessere spirituale dipendesse dal possedere una discreta, buona, giusta ecclesiologia, ben ordinata dottrinalmente. Come mai da quando non ci sono più persecuzioni fisiche, nel nostro mondo cristiano, ci siamo così tanto raffreddati spiritualmente?

Forse, la vera intelligenza e saggezza hanno lasciato spazio alla secolarizzazione, per il semplice fatto, che è più importante la forma dei nostri bei culti e adunanze che lo zelo per la causa del Signore, che ci conduce alla rinuncia di tutto per temerlo e tenerci lontano da ogni forma di male.

Forse sarebbe importante riscoprire la vera base sulla quale si fonda un'unità comune di persone, che non vuol dire "più gente c'è e meglio è", ma camminare, anche in pochi, sui sentieri della giustizia alla luce della vera saggezza; camminare, non adagiarsi sulle nostre comode poltrone religiose, perché la nostra sorte è quella di essere, come i credenti di tutti i tempi, pellegrini e forestieri aspettando la patria celeste, senza possedere una città in questi luoghi terreni, "...perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città" (Ebrei 11:16).

Daniela Michelin Salomon

1 commento:

  1. Condivido al cento per cento il tuo pensiero sorella, specie la conclusione. E sono felice di camminare su quei sentieri anche con te, dietro il Signore. Amen.

    RispondiElimina