giovedì 14 marzo 2013

Barriere visibili e invisibili

2 Cronache 11

L'umanità, nella condizione attuale, non sarà mai unita. Già a partire da Caino e Abele si notano due sentieri ben delineati, come divisi da una barriera: la linea di chi vive di fede e quella di chi vive per il mondo dove il centro è l'uomo.

Nella nostra lettura odierna, anche nel popolo di Dio avvenne una scissione; la tribù di Giuda e di Beniamino si unirono a Roboamo e "quelli di tutte le tribù d'Israele che avevano in cuore di cercare il Signore, Dio d'Israele, seguirono i Leviti a Gerusalemme, per offrire sacrifici al Signore, Dio dei loro padri" (versetto16); mentre "Geroboamo aveva costituito dei sacerdoti per gli alti luoghi, per i demoni, e per i vitelli che aveva fatti". (versetto 15).

Come pure nella lettura di ieri in1 Pietro 2, ci sono coloro che essendo disubbidienti, inciampano nella parola; e a questo sono stati anche destinati (versetto8); e c'è una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato. (versetto9).

Il nostro amato argomento "sentieri antichi" continua a presentarsi alla nostra attenzione. Qual'è il sentiero antico sul quale si sono incamminati

( per citarne solo alcuni della stirpe eletta), Abele, Noè, Abraamo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Davide, Pietro, Giacomo, Giovanni, Paolo, e tutti coloro che seguirono la linea della luce nei secoli? E' quello della fede, infatti per essa fu resa buona testimonianza agli antichi (Ebrei 11:2), a coloro che ci hanno preceduto, e che formano la nostra "memoria storica" essenziale per un sana risposta alla domanda: "Qual'è la mia identità storica?" Inevitablmente scorgiamo pure la barriera invisibile che ci separa dall'altra linea, cioè da quella dei camminatori nelle vie di questo mondo, anche loro hanno la loro storia ed è tutto ciò che "evolve" l'uomo e che lo fa diventare grande e famoso.

Voglio raccontarvi ora la storia di una barriera visibile che fu costruita ai tempi dei miei padri.

A San Giovanni, il centro della frazione, abitata in prevalenza da Valdesi, è la piazza dei Bellonatti (dal nome della famiglia Bellonats o Belonats) con il soprastante tempio valdese, eretto nel 1806, ed il presbiterio o abitazione del pastore. Il grande tempio, costruito nel periodo napoleonico approfittando delle nuove libertà concesse alle minoranze religiose, fu il primo situato al di fuori degli stretti confini del ghetto imposti dall' Accordo di Cavour (1561). E' di pianta ellittica con due torrette campaniele e può ospitare 2.000 persone. Fu eretto in meno di sette mesi su terreno donato da Davide Vola con il lavoro volontario e le offerte dei fedeli che tanto lo avevano desiderato.

Ma la gioia fu di breve durata: tre mesi dopo l'innaugurazione l'edificio fu seriamente lesionato dal terremoto e non potè essere utilizzato fino al 1811. Alla Restaurazione, uno dei primi atti del re Vittorio Emanuele I fu di ordinare la chiusura del tempio in base all'antica legislazione interamente richiamata in vigore. Fu solo grazie alle vibrate proteste dell'ambasciatore inglese che se ne ottenne la riapertura nel maggio del 1816. Ma il clero cattolico non si diede per vinto. Il parroco sostenne che i suoi fedeli erano disturbati dal canto dei salmi e soprattutto dalla vista degli eretici che uscivano dal tempio. Ottenne perciò che "dirimpetto al tempio dei Protestanti e per tutta l'estensione della facciata del medesimo venga elevato uno steccato di tavole di legno dell'altezza di trabucchi uno e mezzo ( quasi 5 metri) e quello mantenuto in perpetuità, e ciò all'oggetto che non venga arrecato il minimo disturbo alla messa cattolica" Lo steccato restò in piedi per circa 15 anni finché un colpo di vento lo abbatté; fu sostituito da un filare di alberi. La campana sulla torretta di destra venne fusa con una lega particolare di bronzo e argento onde il suo suono fosse chiaramente distinguibile da quello della chiesa cattolica. (1880). [Da "Come vivevano". Claudiana].

Daniela Michelin Salomon

1 commento:

  1. Ho condiviso il tuo post su Facebook accompagnato da queste mie parole, che mi fa piacere riscriverti qui:

    La mia sorella Daniela parla di barriere sempre attuali, tra chi sceglie il sentiero antico della Parola di Dio e della sua volontà, quella della Croce (e sono felicissimo che il nuovo Papa abbia chiaramente detto che quella della Croce è l'unica via da seguire per arrivare aal vita nuova dei Risorti, Lutero sarà impazzito di gioia..) e chi i sentieri facili e fasulli del mondo e del suo principe. Poi racconta di vecchie barriere, vergognose per chi ne fu responsabile, ma che per fortuna in buona parte ormai fanno parte solo della storia. Oggi la vera barriera traversa tutte le confessioni cristiane, ed è tra chi si vuole mantenere fedele, costi quel che costi, all'Evangelo, e chi pensa di svenderlo al miglior offerente. Io sono felice che il Signore mi abbia concesso e continui a concedermi il dono della fede per seguire la Verità sull'unica Via che conduce alla Vita. Felice di avere come compagna la sorella valdese Daniela, e il fratello cattolico Francesco, Papa.

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