martedì 26 marzo 2013

Dire soltanto la verità

Capitolo sconcertante questo di 2 Cronache 18, sconcertante almeno per me.

Ci viene presentato un profeta odiato, Micaia, che non predice mai nulla di buono, ma sempre del male (versetto 7).

E poi " i cieli aperti" per poter capire cosa avviene veramente dietro le quinte, lassù, nel mondo spirituale (versetti 18; 22).

Ci sono pure 400 profeti che profetizzano sulla buona riuscita della guerra di Acab contro Ramot di Galaad; e il povero Micaia da solo, come lo era stato Elia contro i 450 profeti di Baal, viene schiaffeggiato da Sedechia, uno dei 400 profeti che profetizzavano sulla buona riuscita dell'impresa bellica del re Acab, e rinchiuso in prigione nutrito di pane d'afflizione e d'acqua d'afflizione.

Il bello è che Giosafat, benché si rendesse conto che Micaia era un profeta che diceva la verità, fece comunque dei compromessi e diede aiuto a un empio e amò quelli che odiano il Signore (2 Cronache 19:2).

Quanto è difficile percorrere il sentiero antico dell'assoluta fedeltà; a volte si vorrebbe sfuggire alle tensioni negative di tale percorso ed essere amici di tutti; ma il Signore ci avverte, che la via giusta non è quella dove va la maggioranza delle persone. Se sul sentiero sul quale cammini, il mondo ti corre dietro, non è certo il sentiro giusto! Infatti, se questo succede, deve essere per noi, un campanello d'allarme che ci fa drizzare le antenne.

Vediamo che pure i profeti, gli apostoli e soprattutto Gesù Cristo stesso, non sono stati accettati, ben voluti dal mondo, ma la maggior parte di loro subì un'amara sorte; è necessario chiedersi il perché.

A volte si vorrebbe che i "profeti" fossero meno duri; che parlassero "una volta tanto" anche in modo positivo e costruttivo. Loro potrebbero (come Micaia), cecare di compiacerci; ma, nei nostri cuori (come Giosafat), se siamo dei giusti, diremo al profeta: "Quante volte dovrò scongiurarti di non dirmi che la verità nel nome del Signore?"

Daniela Michelin Salomon

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