mercoledì 22 maggio 2013

La sofferenza si capisce con la sofferenza

"Volesse pure Dio schiacciarmi stendere la mano e tagliare il filo dei miei giorni" (Giobbe 6:9).

 Calvino disse una frase quando il filo dei suoi giorni stava per essere tagliato: "O Signore, tu mi schiacci, ma quel che conta è che sia con la tua mano". Forse in quel momento pensava al desiderio di Giobbe che però Dio non esaudì, perché aveva per lui altri progetti.

A Giobbe non fu risparmiato nessun tipo di difficoltà, perdita, sofferenza estrema e nemmeno quella di ritrovarsi con degli amici senza pietà di fronte al suo dolore "capaci di tirare a sorte l'orfano e di vendere l'amico".

C'è un proverbio indiano (degli indiani d'America), che dice: "Prima di criticare il tuo prossimo, percorri un miglio nei suoi mocassini".

Credo che questi amici di Giobbe qualche metro nei suoi mocassini l'avessero fatto, perché amici così ce ne sono pochi al mondo! Loro avevano udito tutti i mali che erano piombati addosso a Giobbe, erano partiti ognuno dal proprio paese, e si erano messi d'accordo per venire a confortarlo e a consolarlo. Ma quando arrivarono videro Giobbe da lontano, e non lo riconobbero; piansero ad alta voce, si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gettandola verso il cielo. Rimasero seduti a terra, sette giorni e sette notti; nessuno di loro gli disse parola, perché vedevano che il suo dolore era molto grande. Benché si fossero resi conto della grande sofferenza di Giobbe, non riuscirono a capirlo.

Ciò significa che, anche con tutta la buona volontà, non è possibile camminare nei mocassini del proprio fratello, a meno che non si abbia fatto le medesime esperienze di sofferenza.

A Gesù Cristo, il Figlio di Dio, non fu sufficiente diventare uomo, ma fu tentato completamente come noi; soffrì fino agli estremi limiti. Non c'è dolore, né tentazione, né solitudine che Lui non possa capire. Ora Lui è un uomo nel cielo, e nelle Sue mani e nei Suoi piedi ci sono ancora le ferite dei chiodi.

Lo Spirito Santo, terza Persona della Trinità, è venuto per non lasciarci orfani (Giovanni 14:18). e assicurarci la presenza del Signore Gesù che ci capisce, sostiene, consola e conforta, fino alla fine dell'età presente (Matteo 28:20).

1 commento:

  1. "O Signore, tu mi schiacci, ma quel che conta è che sia con la tua mano"

    Bellissima questa frase di Calvino, non la conoscevo!

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