lunedì 20 gennaio 2014

La "superba" Balziglia

L'assedio ai valdesi sui monti della Balziglia è stato ognora considerato un evento di politica straordinaria e d'insuperabile gloria militare. Sopra il villaggio della Balziglia si erge il contrafforte dei cosiddetti "Quattro Denti": quattro enormi rupi scaglionate, formidabili bastioni naturali, con in centro la grande rupe detta "Pan di zucchero". E' una magnifica fortezza naturale, ed era stata appunto raccomandata da Gianavello quale supremo rifugio. Ma che un pugno di meno di quattrocento uomini abbia potuto resistervi per 7 mesi e mezzo nel cuore dell'inverno, al di sopra dei 1500 metri, in un paese completamente distrutto e bloccato da ogni lato dai nemici, sfuggendo con poche perdite a un duplice attacco da parte di truppe fra le più agguerrite e le meglio armate d'Europa, è sempre stato giudicato come un fatto eccezionale e degno di gloria imperitura. E per esso il nome di Balziglia è passato alla storia come il passo delle Termopoli o come la rocca di Montsè gur.
Eroico, sì, il grande evento dal punto di vista militare e anche miracoloso; degno di essere tramandato come esempio di ardente amor proprio e grande coraggio e forza d'animo; ma più grande ancora, dal punto di vista morale ed umano, perché segno di una fede incrollabile nella onnipotenza di Dio.
L'assistenza morale e spirituale era curata da Enrico Arnaud che li confortava, li esortava alla speranza, li rinforzava nella fede, con la predicazione e la preghiera. Arnaud predicava due volte la domenica e una volta il giovedì; mattina e sera le ginocchia di quei rudi montanari si piegavano a pregare il Signore e a chiedere il Suo soccorso e le Sue consolazioni, "ed a quell'attitudine e a quel comportamento si deve la conclusione dell'assalto e la sopravvivenza del popolo valdese che ne deriva (Teofilo G Pons, Massello nella storia valdese).
"Queste pratiche religiose che i Valdesi mai dimenticarono (dice anche il generale F. Cocito nelle "Guerre dei valdesi") non è a dirsi quanta influenza abbiano avuta sulle loro qualità morali e sulle opere da essi compiute: La loro fede inconcussa è fonte per essi di quella costanza e di quel sublime coraggio che crea gli eroi".
Molti i principali episodi di quell'assedio; dalla partenza a Prangins sul lago di Ginevra, la marcia forzata faticosissima su per il Moncenisio ghiacciato, la lotta sul ponte di Salbertrand , l'arrivo a Prali, dove, nella chiesetta semi-distrutta, può predicare nuovamente Arnaud, il giuramento del Sibaud, la lotta contro l'esercito del Duca di Savoia e del Re di Francia.
Storico è il ritrovamento del grano non mietuto. Il capitano Robert dice nella sua relazione: "Nel momento in cui noi stavamo per morire di fame sopravvenne un vento del sud che fece sciogliere la neve che ricopriva quel grano che ci era stato conservato, facendoci così capire che Dio era sempre con noi".
Parimente storico il finale in tutti i particolari, anche nei nomi. Due giorni dopo gli sfuggiti alla morte, i gloriosi rivendicatori del patrio suolo, ricevevano la notizia che il Duca di Savoia aveva rotto l'alleanza col Re di Francia, il provocatore di tanta persecuzione e il terzo giorno un messo del Duca arrivava in Val d'Angrogna a parlamentare con Arnaud offrendo pace e chiedendo l'appoggio delle armi valdesi del regno savoiardo.
(Ada Mielle "O paese, paese, paese...")

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