giovedì 24 luglio 2014

IL PATTO D' UNIONE (1561)


...Queste notizie accrebbero le preoccupazioni dei riformati delle Valli; per impostare una soluzione adeguata al problema inviarono due loro pastori con alcune personalità loro (attraverso le montagne e malgrado le abbondati nevi) ai fratelli della val Chisone. Avendo illustrato loro la triste condizione in cui si trovavano, fu comunemente deciso di rinnovare con giuramento l’antica unione, che di padre in figlio si era perpetuata nel tempo. Fra le Valli valdesi del Delfinato e quelle del Piemonte, impegnandosi solennemente ad un mutuo soccorso in ogni occasione in cui s’avesse a subire persecuzione a motivo della religione al fine di mantenerla integra e pura con tutte le sue implicazioni, secondo la Sacra Scrittura e la prassi dell’autentica chiesa dell’età apostolica, senza con questo venir meno all’obbedienza che ognuno deve ai rispettivi sovrani.
Compiuto questo, quelli della val Chisone fecero accompagnare la deputazione della val Luserna da una loro deputazione di pastori e personalità per rinnovare in questa valle quel patto di unione che si era fatta da loro.
Avendo varcato tutti insieme il colle Giuliano, il 21 gennaio, e scesi la sera stessa al Podio di Bobbio vi trascorsero la notte…Dopo intense preghiere rivolte a Dio per invocare la sua guida e il suo consiglio, tutti furono concordi nel riconoscere che, non volendo il popolo recarsi alla messa, ci si trovava a dover decidere fra l’affrontare grandi sofferenze, il fuggire (soluzione impossibile da attuare dato il rigore della stagione e la mancanza di una sede dove trasferire la gente), ovvero il difendersi coraggiosamente fino alla morte.
Quest’ultima scelta fu unanimemente accolta e, dopo aver rinnovato con grande commozione l’unione suddetta, tutti giurarono alzando le mani al cielo di non sottomettersi mai alla religione del papa, ma di mantenersi radicati, sino alla fine, nella loro antica e vera religione, secondo la parola di Dio per la difesa della quale ognuno si dichiarava pronto a impegnare tutto se stesso e quando aveva ed a recare aiuto ai fratelli che ne avessero bisogno impegnati in questa causa.
Ciò fatto, presero insieme la decisione di recarsi il giorno seguente al tempio per udire la parola di Dio anziché alla messa come era stato loro ingiunto…sulla base di questa decisione, la mattina seguente il popolo accorse da ogni luogo al tempio di Bobbio, gli uomini armati delle proprie armi e, gettate fuori del tempio le immagini che vi erano state collocate, si raccolsero nell’ascolto della predica.

(Fonte: P.Gilles, Histoire Ecclésiastique…,edizione P.Lantaret, Pinerolo, 1881).

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