giovedì 30 ottobre 2014

In ricordo della distruzione della colonia di Calabria (1560-1561)

Gli episodi raccapriccianti che accompagnarono e seguirono la cattura dei Valdesi di Calabria, ricordano le pagine più atroci della strage di Provenza. Più di sessanta persone furono scaraventate giù dalle torri; altre vennero spalmate di pece o unte di trementina e poi bruciate a fuoco lento, e si rinnovò lo spettacolo delle torce umane dei tempi di Nerone; molte donne di San Sito, trascinate a Cosenza, rimasero a lungo legate così strettamente che le funi, penetrando nelle carni, vi fecero delle piaghe sanguinolenti in cui i vermi si moltiplicavano, accrescendo lo spasimo; ; alcune di esse furono squartate, altre arse, altre dopo l'abiura rimandate fra gli scherni con "l'abitello giallo" recante una croce rossa davanti e di dietro; delle più giovani e belle si fece traffico, come pure di gran numero di fanciulli.
Lo spaventoso macello dei prigionieri ch'ebbe luogo a Montaldo, il giorno 11 giugno, è descritto in questo modo da un testimone oculare, cattolico: " Oggi di buon'ora s'è ricominciato a fare l'orrenda giustizia di questi luterani, che sono a pensarci è spaventevole. Erano tutti serrati in una casa, e veniva il boia e li pigliava a uno a uno e gli legava una benda davanti agli occhi, e poi lo menava in un luogo spazioso poco distante da quella casa, e lo faceva inginocchiare, e con un coltello gli tagliava la gola e lo lasciava così, di poi pigliava la benda così insanguinata e col coltello ancora fumante ritornava a pigliar l'altro e faceva il simile...ha eseguito quest'ordine fino al numero 88...S'è dato ordine di far venire oggi cento donne delle più vecchie,e quelle far tormentare e poi farle giustiziare ancor loro..."
Poche ore dopo la stessa mano scriveva le seguenti righe:" In undici giorni s'è fatta esecuzione di duemila anime; e ve ne sono prigionieri mille e seicento condannati, ed è seguita giustizia di cento e più ammazzati in campagna..."
Così fu consumata una delle più grandi iniquità che abbiano macchiato il nostro paese...Non leggesi alcun che di simile, osserva l'Ampère, se non nella storia romana. Crasso, dopo la disfatta di Spartaco, fece sospendere seimila schiavi sopra croci, lungo la via Appia , da Napoli a Capua: Ma nessuno racconta che Crasso abbia torturato e scannato non che molte donne, una sola; inoltre Crasso non crocifiggeva punto in nome di Dio, e non era cristiano. Dei prigionieri scampati al massacro, gli uomini più robusti furono destinati alle galere di Spagna, le donne e i bambini più floridi venduti come schiavi..
La colonia valdese in Calabria era dunque interamente distrutta..."
(Ernesto Comba)

Ma in realtà non è finita qui! In Apocalisse 5:9-11 ritroviamo sotto l'altare le anime di quelli che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che gli avevano resa i quali aspettano la vendetta del loro sangue su quelli che abitano sopra la terra; e cosa fu loro detto? Di riposarsi ancora un po' di tempo, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che DOVRANNO ESSERE UCCISI COME LORO.
Ancora una volta... ancora; di nuovo per l'ennesima volta  un qualcosa che deve avvenire ci viene presentato, e a noi tocca di accettare ogni evento nel riposo, sapendo che Dio ne ha il supremo controllo.
  

1 commento:

  1. Siano sempre e comunque rese grazie all'Eterno. E sia secondo la Sua volontà. Amen.

    RispondiElimina