martedì 28 ottobre 2014

Aspettando gli ultimi giorni (scritto del XV secolo)

"Ascoltate fratelli un messaggio importante:
sempre vegliare e pregare dobbiamo
perché il mondo è prossimo alla sua fine.
impegnarci dovremmo nel far buone opere
perché il mondo è giunto al suo termine.
Mille e cento anni si sono compiuti
da quando furono fissati i termini degli ultimo tempi.
Poco dobbiamo desiderare perché siamo agli sgoccioli.
Ogni giorno vediamo adempiersi i segni:
Cresce il male e diminuisce il bene.
Questi sono i pericoli, come dice la Scrittura,
e l'evangelo racconta e scrive san Paolo;
nessuno è in grado di sapere quale sarà il suo termine.
Perciò dobbiamo essere maggiormente vigili, non sapendo
se la morte ci coglierà oggi o domani.
Quando verrà Gesù nel giorno del giudizio
ognuno riceverà il suo soldo per intero,
coloro che avranno mal operato e coloro che hanno ben operato.
Ma la Scrittura afferma, e lo dobbiamo credere,
che gli uomini del mondo, tutti, se ne andranno per due vie:
i buoni nella gloria, i malvagi nei tormenti.
E colui che non crede a questa spartizione
legga la Scrittura dal principio.
Da quando Adamo fu formato sino al presente
troverà, se ha intendimento,
che pochi sono coloro che mantengono la salvezza.
Chiunque voglia bene operare
ponga l'onore di Dio Padre al principio di tutto,
ed invochi l'aiuto del Figlio suo glorioso,

Figlio di santa Maria,
e lo Spirito Santo, che ci conduce per la retta via.
Questo tre sono la Trinità,
come un solo Dio, devono essere onorati,
ripieno di potenza, sapienza e bontà;
Lui dobbiamo costantemente pregare ed invocare
perché ci dia forza contro il nemico,
talché lo possiamo vincere prima della fine,
e cioè il mondo, il diavolo e la carne,
e ci dia sapienza insieme a bontà
perché possiamo conoscere la via della verità,
serbando pura l'anima che Dio ci ha dato,
l'anima ed il corpo sulla via della carità.
Ma dopo gli apostoli vennero ancora i dottori
che insegnavano la via di Cristo nostro salvatore.
Ed ancora se ne trovano oggi, nel tempo presente,
conosciuti da pochi,
che la via di Gesù Cristo vorrebbero indicare,
ma sono così perseguitati che a mala pena lo possono fare
tanti sono i falsi credenti, accecati dall'errore,
e lo son più di tutti coloro che dovrebbero essere pastori
e invece uccidono e perseguitano i migliori,
lasciando vivere in pace i falsi e i menzogneri;
da questo si deduce che non sono veri pastori:
amano le pecore solo per poterle tosare.
Ma la Scrittura afferma, e lo possiamo constatare,
che ce se c'è ne uno buono, che ami e tema Gesù Cristo,
non maledica, non giuri, non menta,
non commetta adulterio, non uccida, né prenda la roba altrui,
non si vendichi dei suoi nemici,
dicono che è valdese e degno di morte
e gli muovo ogni sorta di accuse, false e menzognere
per potergli sottrarre il frutto della sua fatica.
Ma riprenda coraggio chi è perseguitato per l'onor del Signore,
perché il regno dei cieli gli si aprirà, lasciato questo mondo.
E qui troverà gloria invece di disonore.
In questo è però manifestata la loro grande malizia
che se uno vuole maledire, giurar e mentire,
prestare ad usura, uccidere e commettere adulteri
e vendicarsi del male che gli possono fare,
dicono che è uomo da bene e di chiara fama.
Ma oso dirvelo, perché corrisponde a verità,
che tutti i papi che vi sono stati dal tempo di Silvestro,
e cardinali, vescovi, abati tutti insieme
non hanno potestà di assolvere
né possono perdonare
a nessuna creatura in peccato mortale.
Solamente Dio perdona, niun'altro lo può fare,
ma quello che han da far coloro che son pastori
è predicare al popolo e vivere in preghiera,
e pascerlo di divini insegnamenti.
Piaccia a quel Signore che formò il mondo
che siamo fra gli eletti per far parte della sua corte.

(La Nobla Leyczon, poema valdese del sce.XV, manoscritto, Biblioteca Universitaria di Cambridge, citato da J. Léger, Histroire générale des églises évangéliques des Vallées du Piémont)

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