martedì 31 maggio 2016

Il "compatibilismo" lo faccio mio

Sono diventata una persona che si definisce "compatibilista" per il fatto che dappertutto nella Bibbia trovo l'insegnamento scontato del compatibilismo come definito nei pochissimi esempi precedenti usati da Donald Carson.

Certo non posso spiegare come le due realtà possano coesistere, ma esistono ferme basi che permettono che questo sia possibile, anzi sia vero. Una di queste è che Dio è buono, cosa che la Bibbia afferma, e Dio è pure sovrano anche sul male; dunque dev'esserci Dio dietro il bene ed il male, ma in modi diversi. Dio sta dietro il male in modo tale che persino il male non può agire al di fuori della sua sovranità, eppure il male non può essere moralmente imputabile a Dio: è sempre a carico di agenti secondari, di cause secondarie. D'altra parte Dio sta sempre dietro il bene in modo tale che non solo esso avviene entro i confini della sua sovranità, ma è sempre dovuto a lui.

In altre parole, se io pecco, non mi è possibile farlo al di fuori dei confini della sovranità di Dio, ma io solo ho la responsabilità morale di quel peccato o, forse, io più coloro che mi hanno tentato, sviato, o così via. La colpa non va data a Dio. Ma se faccio il bene, è Dio che opera in me per farmi volere e agire secondo la sua buona volontà.

Vedo che la Bibbia attribuisce ogni cosa a Dio, in un modo o in un altro; che la sua sovranità è letteralmente sopra tutto. Vedo che la Bibbia, quando descrive circostanze in cui egli è visto come "causa" di azioni umane considerate malvagie, insiste pure che egli è buono, e che sono gli agenti secondari a essere malvagi.

Quando la Bibbia parla del fatto che Dio permette il male, ciò non avviene mai al di fuori della sua sovranità. Un Dio sovrano e onnosciente il quale sa che se permette che avvenga un certo male esso avverrà sicuramente e, sapendo questo, va avanti e dà il permesso, certamente decreta il male. Ma il linguaggio di permesso viene conservato perché forma parte del modello biblico che insiste sul fatto che Dio sta dietro il bene e il male in modo assimetrico: non gli si può mai accreditare il male; il bene è da accreditargli sempre.

L'unico problema siamo noi uomini che abbiamo un concetto di "bene" e di "male" diverso da quello di Dio.

Conclusione: è di importanza fondamentale, quando si contempla il controllo sovrano di Dio tutto, compreso il male, richiamare contemporaneamente di fronte alla propria contemplazione, il fatto che Dio è altresì buono e che io sono responsabile sempre, in ogni circostanza.

1 commento:

  1. Cara Daniela, ti volevo ringraziare personalmente per i post sul compatibilismo di Carson. È un uomo di Dio che apprezzo molto per la sua precisione ed ancor di più lo apprezzo dopo aver letto quei post. Grazie.

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