"Se dunque v'è qualche incoraggiamento in Cristo, se vi è qualche conforto d'amore, se vi è qualche comunione di Spirito, se vi è qualche tenerezza d'affetto e qualche compassione, rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento" (Filippesi 2:1-2).
Per riuscire a realizzare un'unità di pensieri, convinzioni e intenti è certamente necessario incontrarsi e trovare una base comune che permetta un incoraggiamento, un conforto d'amore, una comunione di spirito, una tenerezza d'affetto e compassione. Se due non si accordano come faranno a camminare insieme? La base comune è senz'altro quella di non cercare i nostri propri interessi, ma quelli di Cristo Gesù (versetto 21). Questo è il punto di partenza per un efficace operato alla gloria di Dio.
Per riuscire a partire insieme ci si trova a volte in un periodo particolare alla ricerca della via giusta e questo è buono, perché è lì che s' incominciano ad intravedere altri "colleghi" che cercano con noi, questo ci permette di salutarci e incontrarci. L'inizio può essere duro, ma non impossibile. Naturalmente è necessario percorrere le strade, i sentieri e non rimanere inermi sui balconi a teorizzare.

Problemi del tipo "quale-direzione-prendere", "come-farcela" ecc. problemi che richiedono non soltanto comprensione, ma anche decisione e azione. "Quelli del balcone" e i passanti possono avere lo stesso campo di riflessione, ma i loro problemi sono diversi. Così, ad esempio, in relazione al male, il problema di "chi sta sul balcone" è quello di trovare una spiegazione teorica di come esso possa coesistere con la sovranità e la bontà di Dio; il problema del viandante, invece, è come vincere il male e farne risultare il bene. O ancora, in relazione al peccato, "chi stà sul balcone" si chiede se l'iniquità razziale e la perversità personale siano davvero credibili, mentre il viandante, conoscendo il peccato dal di dentro, si domanda se vi sia una speranza di liberazione. Oppure prendiamo il problema della "Divinità"; mentre chi sta "sul balcone" si chiede come si possa concepire che un Dio unico esista in tre persone, e che tipo di unità possa esservi fra le tre, e come facciano "tre-che-sono-uno" a essere persone distinte, il viandante vuole sapere come mostrare vero onore, amore e fiducia nei riguardi delle tre persone che ora operano unitamente per farlo uscire dal peccato e per condurlo alla gloria. E così via.
A questo punto per poterci incontrare e realizzare un cammino insieme alla gloria di Dio perlomeno risulta chiaro che è necessario scendere dai "balconi", dai nostri discorsi "teologici" raffinati che conducono ad un appagamento comodo, su comode poltrone a osservare l'orizzonte del futuro che si evolve; scendere dunque sui sentieri e fermarsi sulle vie e guardare quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada e incamminarci per essa per trovare riposo alle nostre anime. (Da Geremia 6:16).
Daniela Michelin Salomon
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