sabato 5 gennaio 2013

Il culto


Le attenzioni di Eliseo per la donna Sunamita non sono finite! Sempre di più mi stupisco che una semplice donna riceva da parte di un grande uomo di Dio, le attenzioni, le indicazioni e l'invito di andarsene dal paese perché sarebbe sopraggiunta, di lì a poco, una grande carestia di sette anni. Considerando l'azione di Dio nella storia di chi gli appartiene, non c'è nulla di più "naturale" di queste cure rivolte a chi è figlio suo, a chi è stato trasportato nel suo regno. Se crediamo alla sua Parola perfino i capelli del nostro capo sono tutti contati (Matteo 10:30). Non solo la donna fu salvata con la sua famiglia dalla carestia, ma ritornando al suo paese riebbe la sua casa, le sue terre, tutto quello che era suo, comprese le rendite delle terre dal giorno in cui lasciò il paese. Era veramente una donna decisa, da giungere fino al punto di presentarsi con coraggio al re e richiedere la restituzione dei suoi beni.

Anche noi possiamo aver perso dei beni a causa di varie carestie, ma chi di noi ha il coraggio, la fede, la fiducia di presentarsi davanti al Re e chiedergli la restituzione dei nostri beni che Lui stesso ha acquistato per noi? Qualcosa che può mancare e di cui i figli di Dio sono in pieno diritto di avere è il servizio spirituale, il culto, delle lodi a Dio, del ringraziamento fatto in comunità, della celebrazione della Santa Cena, che non vuol dire andare in grandi templi, ma ritrovarsi insieme avendo il Signore e la Sua volontà al centro, per innalzare le lodi e i ringraziamenti di cui Lui è degno. Questo è un nostro diritto che ci è stato acquistato a caro prezzo per mezzo delle sofferenze di Cristo. Le "carestie" possono avercelo portato via, ma noi possiamo richiedere al Re di ridarci ciò che ci appartiene di diritto per i meriti di Cristo.

Per gli antichi valdesi il culto capitava  che lo facessero in grotte al freddo, oppure in semplici case; noi invece preferiamo isolarci... Ma questa è una carestia! E' una delle carestie più drammatiche.
"L'Ospizio era un'istituzione caratteristica dei primi Valdesi: consisteva in una casa, e talora in qualche umile stanza, che serviva d'albergo e di luogo di riunione in tutti i piccoli centri della missione visitati dai ministri intineranti, che viaggiavano a due a due. Ce n'erano molti di questi ospizi, in tutti i paesi dell'Europa centrale. Vi abitavano il rettore, qualche fratello e alcune donne attempate, per il servizio. Il rettore, o quando giungevano i missionari, uno di questi presiedeva il pasto serale pronunciando l'invocazione: "Iddio che ha benedetti i cinque pani e i due pesci per i discepoli nel deserto, benedica questa tavola e quello che essa reca". E, alzandosi di tavola, rendeva grazie, dicendo: "Iddio ricompensi tutti coloro che ci fanno del bene, e, dopo averci dato il pane materiale, ci conceda il cibo spirituale. Dimori Egli con noi in eterno!". Dopo di che tenevasi il culto propriamente detto, il quale consisteva nella lettura di brani della Parola di Dio alternata con spiegazioni, e nella preghiera, ch'era principalmente l'Orazione domenicale. Di canto sacro non c'era da parlarne, se non altro perché il culto non doveva attrarre l'attenzione del vicinato. La lettura ripetuta  e lo studio della Bibbia occupavano sì largo posto in queste riunioni d'Ospizio, ch'esse si chiamavano "scuole"; ed invero gli uditori finivano per imparare a memoria brani lunghissimi delle S.Scritture. Un inquisitore dichiara di aver veduto: "dei laici che sapevano a mente quasi per intero i vangeli di S. Matteo e di S. Luca, e soprattutto i discorsi del Signore". E un altro inquisitore dice: "Ho udito con i miei orecchi un contadino che sapeva a memoria tutto il libro di Giobbe, e ne ho conosciuti diversi altri che potevano recitare tutto il Nuovo Testamento. I ministri ricevevano la confessione volontaria dei fedeli, ma non davano l'assoluzione direttamente; lasciando a Dio il giudizio, dicendo: "Iddio ti asssolva dei tuoi peccati; ti scongiuro da parte sua di pentirtene e di sottometterti alla penitenza che ora ti prescrivo". E questa penitenza consisteva tutta in digiuno e preghiera. praticavano il battesimo per aspersione, amministrato ai bambini. Il sacramento dell'eucarestia lo celebravano in piedi, ricevendo dal ministro il pane ed il vino consacrati" Gui, Practica. Stefano di Barbone. Anonimo inquisitore di Passau).

Daniela Michelin Salomon  

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