"Si tratta solo, di bevande e di varie abluzioni, insomma, di regole carnali imposte fino al tempo di una loro RIFORMA. Ma venuto CRISTO ..." (Ebrei 9:10,11).
...ma venuto Cristo, il vero Riformatore rende perfetto colui che offre il culto attraverso il suo sangue purificandogli la coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente.
Se i riformatori sui quali noi ci appoggiamo sono solo dei servi di Dio umani allora ben presto avremo le nostre delusioni, perché ogni persona per spirituale che sia, o per un cammino irreprensibile che abbia, possiede nella propria vita, finché è quaggiù, anche un "lato oscuro", quella parte che è soggetta a debolezze e infermità, che possono causare scoraggiamenti e depressioni. Un esempio lampante è quello del "principe dei predicatori": Charles Spurgeon che benché fosse ad alti livelli di cammino col Signore, dichiarò onestamente di aver sofferto molto nella sua vita di depressione.
Negli ambienti religiosi spesso bisogna apparire, l'apparenza è ciò che salva. Se tu sei conforme all'apparenza, se ti vesti, se ti atteggi da "santo" allora vai bene e sei accettato. A me è successo di frequentare una comunità vestendo coi pantaloni, sono venuti a trovarmi a casa con un bel pacchetto regalo in mano, e sapete cosa c'era dentro? Una gonna, una maglietta e un velo! Evidentemente per quell'ambiente così com'ero vestita non andavo bene! (Benché io sia d'accordo che la donna che prega e profetizza debba essere velata).
Rispettando le abitudini delle comunità, considero comunque queste esteriorità, come inutili riforme perché dettate dall'apparenza e spesso dal sentirsi a posto atteggiandosi secondo le abitudini che non rigenerano, che non trasmettono nulla di ciò che è di Cristo, ma rischiano anzi di adagire la coscienza in pratiche " di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma di regole carnali".
Significativa è l'esperienza dell'abbandono, della solitudine di chi non frequenta le "chiese". Se vai "in chiesa", allora facciamo agapi insieme, mangiamo e beviamo. Ti invitano volentieri lì fra quelle quattro mura e se per una volta ci vai, hanno poi anche il coraggio di alzarsi la domenica mattina al culto e ringraziare Dio pubblicamente facendo nuovamente i nomi di coloro che non vengono più in chiesa, ma che hanno cenato con loro, magari versando anche qualche lacrima.
Ma a nessuno di questi fratelli e sorelle verrebbe in mente di essere effettivamente un amico reale di quelle persone che non frequentano più le comunità, andandoli a trovare a casa loro per vivere relazioni reali, fuori dalle esteriorità.
Io per liberarmi penso spesso a un'immagine "le ali della grande aquila sulle quali mi abbandono e mi lascio trasportare nella pace" E oggi mi è venuto in mente che nella Bibbia c'era un discepolo che si chiamava Aquila. Aquila e Priscilla , coppia di Ebrei convertiti alla fede in Gesù Cristo. Scacciati da Roma, si stabilirono a Corinto dove ospitarono l'apostolo Paolo. In seguito lo accompagnano a Efeso, dove fortificarono Apollo nella verità (1 Corinzi 16:19). che accolsero in casa loro, prima che ritornassero a Roma DOVE FU COSTITUITA UNA CHIESA NELLA LORO CASA. (Rom.16:3,5). Non sono dunque le mura che formano Chiesa....
Daniela
Se i riformatori sui quali noi ci appoggiamo sono solo dei servi di Dio umani allora ben presto avremo le nostre delusioni, perché ogni persona per spirituale che sia, o per un cammino irreprensibile che abbia, possiede nella propria vita, finché è quaggiù, anche un "lato oscuro", quella parte che è soggetta a debolezze e infermità, che possono causare scoraggiamenti e depressioni. Un esempio lampante è quello del "principe dei predicatori": Charles Spurgeon che benché fosse ad alti livelli di cammino col Signore, dichiarò onestamente di aver sofferto molto nella sua vita di depressione.
Negli ambienti religiosi spesso bisogna apparire, l'apparenza è ciò che salva. Se tu sei conforme all'apparenza, se ti vesti, se ti atteggi da "santo" allora vai bene e sei accettato. A me è successo di frequentare una comunità vestendo coi pantaloni, sono venuti a trovarmi a casa con un bel pacchetto regalo in mano, e sapete cosa c'era dentro? Una gonna, una maglietta e un velo! Evidentemente per quell'ambiente così com'ero vestita non andavo bene! (Benché io sia d'accordo che la donna che prega e profetizza debba essere velata).
Rispettando le abitudini delle comunità, considero comunque queste esteriorità, come inutili riforme perché dettate dall'apparenza e spesso dal sentirsi a posto atteggiandosi secondo le abitudini che non rigenerano, che non trasmettono nulla di ciò che è di Cristo, ma rischiano anzi di adagire la coscienza in pratiche " di cibi, di bevande e di varie abluzioni, insomma di regole carnali".
Significativa è l'esperienza dell'abbandono, della solitudine di chi non frequenta le "chiese". Se vai "in chiesa", allora facciamo agapi insieme, mangiamo e beviamo. Ti invitano volentieri lì fra quelle quattro mura e se per una volta ci vai, hanno poi anche il coraggio di alzarsi la domenica mattina al culto e ringraziare Dio pubblicamente facendo nuovamente i nomi di coloro che non vengono più in chiesa, ma che hanno cenato con loro, magari versando anche qualche lacrima.
Ma a nessuno di questi fratelli e sorelle verrebbe in mente di essere effettivamente un amico reale di quelle persone che non frequentano più le comunità, andandoli a trovare a casa loro per vivere relazioni reali, fuori dalle esteriorità.
Io per liberarmi penso spesso a un'immagine "le ali della grande aquila sulle quali mi abbandono e mi lascio trasportare nella pace" E oggi mi è venuto in mente che nella Bibbia c'era un discepolo che si chiamava Aquila. Aquila e Priscilla , coppia di Ebrei convertiti alla fede in Gesù Cristo. Scacciati da Roma, si stabilirono a Corinto dove ospitarono l'apostolo Paolo. In seguito lo accompagnano a Efeso, dove fortificarono Apollo nella verità (1 Corinzi 16:19). che accolsero in casa loro, prima che ritornassero a Roma DOVE FU COSTITUITA UNA CHIESA NELLA LORO CASA. (Rom.16:3,5). Non sono dunque le mura che formano Chiesa....
Daniela
Non sono le mura che formano la chiesa, no davvero... Un abbraccio fraterno in Cristo alla vigilia del giorno del Signore.
RispondiElimina