domenica 17 febbraio 2013

Costruire

"Allora Davide diede a Salomone suo figlio il piano del portico del tempio e degli edifici, delle stanze dei tesori, delle stanze superiori, delle camere interne e del luogo per il propiziatorio" (1 Cronache 28:11).
Quando siamo chiamati a edificare, come nel caso di Salomone che aveva già un piano per la costruzione delle stanze dei tesori, delle stanze superiori e delle camere interne, l'incoraggiamento di suo padre Davide è di un incoraggiamento indescrivibile: "Sii forte, fatti coraggio, e mettiti all'opera; non temere, non ti sgomentare; perchè il Signore, Dio, il mio Dio, sarà con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà fino a che tutta l'opera per il servizio della casa del Signore sia compiuta" (1Cronache 28:20).

Perché tale toccante incoraggiamento? Perché lo sgomento anche nella costruzione, può sopraggiungere... può sopraggiungere e paralizzare!

Pensiamo al Signore Gesù, che per andarci a preparare un luogo, nella casa del Padre dove ci sono molte dimore, dovette subire il più grande sconforto e travaglio fino a sudare gocce di sangue, fino a subire la morte più atroce. Per "costruire" dovette soffrire, dovette essere forte senza temere e farsi coraggio.Sembra strano che la gioia del costruire spesso svanisca in questa contrada costellata da difficoltà, ma è perché siamo in un ambiente ostile dove l'opera di Dio viene continuamente contrastata, derisa o ostacolata dall'indifferenza. Ma per chi è chiamato è doveroso proseguire, come il proprio Signore, in modo deciso verso Gerusalemme, senza guardare né a destra, né a sinistra!

Dio richiede la costruzione del tempio, che ai nostri giorni è costituita da pietre viventi: "Come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo" (1 Pietro 2:5). Dunque persone credenti, rigenerati "non da seme corruttibile, ma incorrutibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio" (1 Pietro 1:23), che unite una all'altra s'innalzano facendo parte di un insieme indissolubile costituendo questo tempio, al quale noi siamo chiamati a collaborare nella realizzazione e costruzione.

Io penso inoltre che per costruire un tempio robusto sia necessario riparare le crepe che col tempo possono formarsi; un modo per fare ciò è quello di riconoscere i propri errori, che a volte non vediamo se altri non ce li fanno notare, perciò utile è: correggersi a vicenda con tatto e amore, perché nessuno è infallibile!

"Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi , che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo" (Galati 6:1,5).

"Voi che siete spirituali" non è una speciale categoria di super-credenti, ma cristiani autentici che vivono lo spirito di Cristo! Essi hanno la responsabilità di risanare e ricostruire i rapporti pregiudicati all'interno delle loro comunità, riportandovi l'unità. Il motto del cristiano deve così sempre essere ricupero, ristabilimento, riparazione, riconciliazione, rialzare chi è caduto e non, quando è a terra, mettere il piede sulla sua schiena affinché vi rimanga! E' soprattutto quanto mai necessario farlo 'con spirito di mansuetudine' (uno dei frutti dello Spirito), umilmente, non come chi si crede superiore, ma consapevoli di essere passibili di sbagliare e cadere" (Da "La sovversione dell'Evangelo" di Paolo Castellina).

Daniela Michelin Salomon

1 commento:

  1. "Sii forte, fatti coraggio, e mettiti all'opera; non temere, non ti sgomentare; perchè il Signore, Dio, il mio Dio, sarà con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà fino a che tutta l'opera per il servizio della casa del Signore sia compiuta" (1Cronache 28:20).

    Direi che vale anche per gli antichi valdesi! :) Grazie per il bel post, che mi sono pemresso di condividere anche su Facebook.

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