venerdì 29 marzo 2013

Dissetarci al torrente


"Si disseta al torrente lungo il cammino e perciò terrà alta la testa". (Salmo 110:7).

Lasciatemi camminare lungo il sentiero a fianco del torrente, e che io possa chinarmi e bere a lunghi sorsi ristoratori l'acqua che scorre perenne. Sì! Lasciatemi spaziare vicino ai ruscelli, pur rimanendo come un albero ancorato con radici profonde, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appasisce, e tutto quello che fa prospererà (Salmo 1:3).

Che mi sia concesso di nascondermi, come Elia, presso il torrente, e non solo, ma anche stabilirmi presso le sue acque e dissetarmi durante gli anni di siccità (1 Re 17: 1;7).

Guardo giù, verso le luci delle città, verso le Sodome e le Gomorre, ma nessun sentiero antico si dirige verso di esse!

Voglio rimanere lungo il fiume, i cui ruscelli rallegrano la città di Dio, il luogo santo della dimora dell'Altissimo (Salmo 46:4) per rinvigorirmi e tenere alta la mia testa.

Non così sarà per i falsi dottori della lettura di oggi in seconda Pietro 2, che introducono occultamente eresie di perdizione, diffamando la verità; sfruttando le persone con parole finte. Audaci, arroganti, non hanno orrore di parlare male delle dignità. Come bestie prive di ragione sono destinati ad essere catturate e distrutte. Esse sono macchie e vergogne, godono dei loro inganni. Non possono smettere di peccare. Addescano le anime instabili; hanno il cuore esercitato alla cupidigia; sono figli di maledizione. La Parola di Dio dichiara che costoro sono fonti senz'acqua (2 Pietro 2:17).

E Dio rimprovera il suo popolo, e a noi indirettamente ci invita, a non commettere due mali:

1) non abbandonare Lui, la sorgente d'acqua viva;
2) e a non metterci a scavare delle cisterne, delle cisterne screpolate che non tengono l'acqua. (Geremia 2:13).

Daniela Michelin Salomon

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