lunedì 9 dicembre 2013

Sostenuti e nutriti fino alla fine.

Dal libro "Una vita e un martirio da non dimenticare" di Renato Giuliani.
(Probabilmente Calvino predicò queste parole il 13 marzo 1558)

Calvino si attivò immediatamente, facendo il possibile per il suo "caro e amato fratello". Pochi giorni dopo, sicuramente con il pensiero rivolto a Goffredo e ad altri credenti perseguitati a morte, predicava queste parole al popolo credente di Ginevra:


In questo mondo la Chiesa non trionfa né risplende di una sontuosità raggiante e fastosa che al solo vederla gli uomini rimangano incantati e si sottomettono ad essa. Al contrario, essa è spesso abbandonata e sfigurata...Noi saremo rigettati e disprezzati dal mondo; ci insulteranno e saremo così tribolati e tormentati che non ci verrà neanche in mente di cercare qui sulla terra pace e riposo. l'Apostolo Paolo, nella sua lettera ai Galati paragona la chiesa ad una donna vedova che vive da sola, nella sua casa, senza soccorso o aiuto di sorta. E' abbandonata, nessuno la considera, come se fosse già morta e sepolta. Ma Dio dice che ella sarà ristorata ed avrà più figli di colei che è maritata e gode di credito e onore. E questa è una dottrina, dico, della quale dobbiamo ricordarci in questi giorni, vedendo la povera chiesa così calpestata ed i suoi nemici così pieni di orgoglio, anzi di furore, intenti ad innalzarsi e trionfare su di essa, come se noi non fossimo che polvere e fumo. Vedendo tali cose, dobbiamo imparare ad aspettare con pazienza che Dio raduni coloro che ha scelto. E sebbene il mondo ci disprezza, sia per noi sufficiente che Dio ci riconosce come suoi figli...i figli di Dio sono perseguitati non solo con la spada, il fuoco, la tortura, la prigionia e altri tormenti del corpo, ma sono feriti anche dalle ingiurie che gli inceduli e i nemici della verità di Dio vomitano su di essi...Ciò nonostante, non dobbiamo essere così inviluppati in questo mondo da non preferire la nostra celeste eredità a tutto ciò che stimiamo degno di essere desiderato. E dunque, quando il nome di Dio è bestemmiato, quando si tenta di abolire la dottrina della vita, dovremmo sentire dentro di noi una tale angoscia da non poterlo sopportare, come se stessero perseguitando i nostri stessi corpi, perché colui che ci taglia la gola e ci tormenta, causandoci quanti tormenti gli è possibile, come vediamo che stanno facendo i nemici del vangelo, il cui furore contro i fratelli oggi non si sazia neanche con le torture, i roghi, i tagli delle lingue e altre cose simili; tutto ciò non deve addolorarci tanto quanto vedere il nome di Dio fatto a pezzi e deriso dagli empi. Per quale motivo? Perché essi ci tagliano la gola non solo per privarci di questa vita caduca e transitoria, ma per alienarci dal regno dei cieli. Perché quando la dottrina di Dio viene corrotta il cibo si trasforma in veleno, la vita in morte e la luce in tenebre. Questo testo di San Paolo, quindi, ci ammonisca ed esorti a non essere dedicati alla terra e al mondo, ma ad avere sempre il nostro spirito e i nostri pensieri elevati a quel bene inestimabile che ci è offerto nel vangelo, e a combattere più ardentemente per questa causa che per la nostra stessa vita. Perché un milione di vite che possiamo avere qui sulla terra, non possono paragonarsi a quella eternità celeste che ci è promessa nel Signore Gesù Cristo...E sebbene ora siamo disprezzati e derisi, non cessiamo di perseverare nella santa chiamata del nostro Dio, sapendo che non saremo delusi, essendo fondati sulla dottrina dell'evangelo, riposandoci in esso fino a quando Dio non rivelerà le cose che ora ci sono occulte e non ci avrà raccolto presso di sé. Allora conosceremo che non è stato invano essere istruiti nella sua pura Parola, abbandonando tutte le fantasie degli uomini e cercando la vita in  nient'altro se non in quel seme per il quale siamo stati rigenerati, in quella pastura con cui saremo sostenuti e nutriti fino alla fine.


1 commento:

  1. Per rallegrarvi un po'...
    http://www.youtube.com/watch?v=XQuGnyHx5qI

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