venerdì 6 dicembre 2013

Quel che Dio ha sicuramente voluto.

Adattamento di Isaia 53.
Profezia di circa 700 anni prima di Cristo.
Leggendo, tenere presente il racconto della conversione dell'eunuco: "L'eunuco, rivolto a Filippo, gli disse:" Di chi, ti prego, dice questo il profeta?Dì se stesso oppure di un altro?" Allora Filippo prese a parlare e, cominciando da questo passo della Scrittura, gli comunicò il lieto messaggio di Gesù" (Atti 8:35).

Dio volle far crescere Gesù Cristo come una radice che esce da un arido suolo senza avere né forma, né bellezza da piacerci.
Il Figlio di Dio fu disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia. Fu spregiato e noi non ne facemmo stima alcuna. Gesù, tuttavia decise di portare le nostre malattie e di caricarsi dei nostri dolori; ma noi lo reputammo colpito, percosso da Dio e umiliato.
Il Signore fu trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo pace cadde su di lui e mediante le sue lividure noi siamo guariti.
Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma la volontà di Dio fu quella di far ricadere su di lui, Figlio di Dio, l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.
Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo e tra quella sua generazione chi rifletté che il Cristo fu strappato dalla terra dei viventi e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli fu con il ricco Giuseppe d'Arimatea, perché non aveva commesse violenze; né ci fu inganno nella sua bocca...
"MA PIACQUE AL SIGNORE"...
stroncarlo con i patimenti. 
Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, Cristo vedrà una discendenza; prolungherà i suoi giorni e l'opera del Signore prospererà nelle sue mani.
Dopo il tormento dell'anima sua  vedrà la luce, e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il servo di Dio , il giusto renderà giusti i molti e si caricherà egli stesso delle loro iniquità. Perciò Dio gli darà in premio le moltitudini. Gesù Cristo dividerà il bottino coi molti perché donò sé stesso alla morte e fu contato fra i ladroni malfattori, perché egli portò i peccati di molti e la sua fu un'intercessione per i colpevoli.

A questo punto due parole ancora sull'ira di Dio, perché qualcuno mi ha chiesto di non parlarne più di questo argomento perché spavento la gente. 
Dio è amore, ma non è "il buon Dio" che perdonerà tutti, ma solo i "i molti" per i quali Cristo è morto subendo l'ira di Dio; sì! su suo Figlio, Dio scatenò la sua ira contro il peccato.

"Chi ha il Figlio ha la vita; chi non ha il Figlio non ha la vita" (1Giovanni 5:12)
"Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui" (Giovanni 3:36).

Daniela. 

1 commento:

  1. “A questo punto due parole ancora sull'ira di Dio, perché qualcuno mi ha chiesto di non parlarne più di questo argomento perché spavento la gente.”
    Due motivi, anzi di più, visto che Daniela non ha lasciato cadere l’argomento come se fosse un tabù.
    Daniela vive nelle valli valdesi che hanno conosciuto, vissuto, sopportato e reagito all’odio di chi non tollerando un cristianesimo puro e genuino, non solo vi si opponeva ma lo perseguiva mortalmente col progetto diabolico di estirparlo. Questo storico popolo religioso oggi emargina, lei e tanti altri cristiani, evangelici, protestanti, valdesi (anche fuori delle valli), in modo subdolo ed ambiguo costringendoli ad allontanarsi dalla comunione spirituale ed umana con la vera chiesa di Cristo.
    Più che l’ira di Dio, alla quale Davide – ricordo – era ben lieto di sottomettersi (2 Sam 24:14: “… Ebbene, cadiamo nelle mani del SIGNORE, perché le sue compassioni sono immense; ma che io non cada nelle mani degli uomini!» - e sul carattere di Dio, di cui i credenti non hanno le idee chiare e sul quale ci sarebbe molto da dire), mi spaventa o meglio mi preoccupa la generale e pavida indifferenza dei cristiani di cui parla Daniela. L’allontanamento di membri dalle chiese valdesi o dalle chiese storiche liberali, non è solo dovuto al fatto che è stato smarrito il mordente dell’evangelo di Gesù Cristo, Capo e remuneratore della nostra fede (Ebrei 11:6: 6 .), ma anche alla ormai dichiarata “non sopportazione della verità” come dice Paolo a Timoteo (4:3 “2Tm 4:3 Perché verrà il tempo che non sopporteranno la sana dottrina; ma per prurito d'udire si accumuleranno dottori secondo le loro proprie voglie) e al volgersi alle favole. Chi è quella “gente spaventata dalla verità e dalla sana dottrina” se non quella che preferisce “la strada larga e spaziosa (facile e diffusa)” di cui parla Gesù nell’evangelo dei suoi apostoli? Per Gesù e per suo Padre non basta dirre, Signore, Signore ovvero stare comodamente seduti in una chiesa cristiana. Anche questo è un segno dei tempi e un motivo in più per ritornare al puro e semplice evangelo che è il solo a scuotere la nostra tranquillità e rinnovare la Chiesa (Romani 12). Ben vengano movimenti come la SAV dove uomini e donne credenti si oppongono all’”altro evangelo”. Non solo essi devono proclamare quella verità in tutti i suoi aspetti, ma viverla in famiglia, in chiesa e nella società con sobrietà degna dei loro antenati. In essi mi identifico, come loro si identificavano ai primi cristiani.
    Sergio

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