La Tana è un grande ammasso roccioso lungo la strada che dal Serre conduce al Prassuit, poco oltre gli Odin, la via detta appunto, "delle Tane": Immensi blocchi di pietra ospitano cunicoli e caverne. Una di queste, coperta da una folta vegetazione, è appunto la Guièiza d'là Tana (Chiesa della grotta). Un ingresso tortuoso, che via via si abbassa e si restringe, piega a sinistra nel buio e poi, improvvisamente, si allarga in un ampio vano costituito da enormi rocce che si congiungono in alto e richiamano la rustica forma di una navata gotica. Tre larghe fessure che si aprono fra i castagni della sommità , rischiarano la grotta.
Molti dei barba che, secondo la tradizione, possono aver predicato nella grotta erano originari della Val d'Angogna.
- verso il 1330, Martino Pastre, arrestato dall'Inquisizione a Marsiglia in seguito alla delazione del parroco di Angrogna, prete Guglielmo
- Martino Gonin che fu, come vedremo, ardente sostenitore dell'adesione dei valdesi alla Riforma durante il Sinodo di Chianforan nel 1532.
Edmondo De Amicis, venuto a Torre Pellice nel settembre 1882 per la preparazione del suo volume "Alle Porte d'Italia", salì in escursione con due colleghi nella Val d'Angrogna e fu ricevuto da pastore Bonnet. Lo scrittore ricorda le parole del pastore che li accompagnò nella grotta: "Quasi tutta la nostra storia è scritta qui. Di tutto il nostro paese, questo è il luogo in cui si è più pregato, più combattuto e più pianto".
Dall'appassionata illustrazione che Bonnet fece del luogo, derivò la descrizione che De Amicis fece nel capitolo "Le Termopoli Valdesi".
La Ghieisa e la zona adiacente, già di proprietà privata, furono acquistate per conto della Tavola Valdese nel 1928; l'avvenimento venne festeggiato con una riunione popolare valdese io 15 agosto dello stesso anno.
(La Val d'Angogna- Tra storia e tradizioni per antichi sentieri alla scoperta di una cultura millenaria).
Altro che riscaldamento autonomo o aria condizionata delle nostre chiese moderne! Si andava in chiesa con il cuore ardente per imparare, capire, conoscere meglio l'evangelo che aveva trasformato le loro vite e condividere le esperienze con altri fratelli e sorelle. Nessuna necessità della critica storica, loro facevano la storia della chiesa, come i primi cristiani nelle catacombe. L'identità di cristiani era dovuta alla loro fede in Cristo e non esclusivamente alle tradizioni o speculazioni teologiche. L'altro giorno passavo davanti ad una grande chiesa cattolica di Genova, davanti al porto, erano le 19 e parecchie signore ben vestite stavano entrando in quel tempio; un bell'esempio. Mi sono chiesto, senza alcun sentimento di critica: Per quale motivo vanno in chiesa (cristiana) a quest'ora?. Così mi sono posto la stessa domanda per noi evangelici: per quale motivo andiamo in chiesa, quasi tutte le domeniche? Che differenza c'è tra noi e quei valdesi di allora ,il cui tempio era la grotta detta "Ghieisa dla Tana"? A questa domanda dovrebbe seguire una riflessione seria e utile a tutti.
RispondiEliminaAccresci la nostra fede, Signore, ravvivala, rafforzala attraverso la lettura e l'ascolto della Tua Parola!
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