lunedì 7 aprile 2014

Le "Istruzioni" di Giosué Ganavello

Svizzera, giugno 1688.
Giosué Gianavello (Istruzioni)

Ciò che caratterizza le "Istruzioni" di Giosué Gianavello è  il profondo sentimento religioso che le ispira. La fede cristiana sulla quale, fin dai primi anni, si fondò la vita di questo bellicoso montanaro, diventò, attraverso le prove, le sofferenze e le meditazioni più cosciente, più ferma, più matura. Vi troviamo un senso molto forte della presenza di Dio, la certezza che la nostra vita è interamente una missione sacra al suo servizio; la persuasione assoluta che le imprese terribili come quella del Glorioso Rimpatrio del 1689, fossero per i Valdesi  un atto totalmente religioso, coscienti che più si presentassero pericoli e difficoltà, più sarebbe stato loro necessario l'intervento di Dio
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Lo scopo che la spedizione si propose fu la "ricostruzione" della Chiesa evangelica nelle valli; nelle "Istruzioni" di Gianavello viene infatti ripetuto costantemente: "Vedendo che siete ripieni di zelo e di coraggio per accendere la fiamma della vera luce dell' Evangelo nel luogo della vostra nascita, dove la Chiesa del Signore non è mai stata così ridotta agli estremi come adesso...poiché è sempre stato con un numero ridotto a pochi che la Chiesa del Signore si è mantenuta in questi luoghi, spero che voi sarete ancora il piccolo numero di cui Dio vorrà servirsi per accendere il vero candeliere nella vostra patria..."

Dio è dovunque l'organizzatore, il conduttore, il capo dell'impresa alla quale i Valdesi si preparano nel Glorioso Rimpatrio: "Se il Signore vi fa la grazia di riportarvi nelle vostre montagne...la spada del Signore sarà sempre con voi come pure la sua grazia..." 
Il motivo ritorna costantemente: se i Valdesi vogliono riuscire nella loro spedizione devono mettersi interamente al servizio di Dio. Il loro primo dovere è quello della fedeltà ai principi dell'Evangelo "...Se la Chiesa delle Valli è così duramente provata, i nostri peccati ne sono la vera causa; occorre dunque umiliarci tutti i giorni e sempre di più davanti a Dio e chiedergli perdono con tutto il nostro cuore per tutti i peccati che abbiamo commesso e commettiamo contro la sua Santa Maestà..."

Tutta la vita morale dei Valdesi si doveva conformare ai principi seguenti: essere onesti, sobri, equilibrati, austeri. il loro dovere è evidentemente mostrarsi dei combattenti forti, coraggiosi, tenaci; di colpire il nemico duramente e implacabilmente:
"Ma starete attenti di risparmiare il sangue innocente, anche quello di coloro che sono incapaci di farvi del male. Di non lasciarvi mai cogliere dalla paura e dall'ira nel vostro interesse personale".

"L'unione, che è necessaria, sia conservata fra di voi, vi tratterete come fratelli in Gesù Cristo, conformemente a ciò che dice la Santa Scrittura, la quale non verrà mai meno, essendo più stabile che la terra e il cielo; e che tutte le cose cambieranno piuttosto che una sola parola di Dio.
Mettete tutta la vostra completa fiducia sempre in Lui, e siate certi che non vi dimenticherà mai, ma Egli sarà una muraglia di fuoco contro i vostri nemici..."
"L'autore di questi scritti, che è il capitano Janavel, vi prega di osservare, nel nome di Dio, tutto ciò che vi è stato e vi sarà fatto notare, per tutto ciò che si potrà fare..." (G.J.)  

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