mercoledì 11 maggio 2016

Dio non predestina alla perdizione.

Se Dio nella grandezza della Sua saggezza e ricchezza della Sua misericordia si serve delle cattive azioni degli uomini per portare a termine i Suoi consigli... questa è la Sua opera sovrana che comunque lascia sempre sussistere la volontà dell'uomo per quella che è:  malvagia e senza scuse. In verità se ciò che insegna la "stretta" teologia calvinista fosse vero, vale a dire che Dio ha predestinati coloro che vanno alla perdizione, il caso sarebbe difficile; ma Dio sia benedetto! non è così. La Scrittura non parla mai così anche se ci sono alcuni passi che sembrano appoggiare questa opinione.

"Che c'è da contestare se Dio, volendo manifestare al sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d'ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria" (Rom 9:22)

Dio ha tardato fino ad ora nel giudizio mille volte meritato dai vasi d'ira, mentre definisce coloro che credono e si sottomettono alla Parola dei vasi di misericordia. Queste due classi di persone sono su un sentiero verso un traguardo ben definito: la perdizione o la gloria. Tutti e due sono "preparati" per questo. Ma facciamo attenzione alla grande differenza di maniera di preparazione. Parlando dei vasi d'ira dice solo "preparati per la perdizione", mentre dei vasi di misericordia egli dice "che aveva (Dio) già innanzi preparati per la gloria". Non è detto al riguardo dei vasi d'ira, ne qui, né in nessun altro posto della Scrittura che Dio li abbia  preparati per la perdizione, no, lo hanno fatto da sé stessi con i loro peccati e prima di tutto con la loro incredulità e la loro rivolta contro Dio. Ma è Dio che ha preparato i vasi di misericordia, in effetti li ha preparati già prima e destinati alla gloria. I vasi di misericordia non hanno contribuito in nulla, è tutta opera di Dio compiuta secondo la grazia "non a motivo di opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù fin dall'eternità" (2 Tim. 1:9)

Così vediamo nuovamente che  il male si trova solo dalla parte dell'uomo, non da parte di Dio e, all'inverso: il bene proviene solo da Dio e non da noi! 

Ciò conferma una volta in più che il proposito di Dio secondo elezione dimora, non sul principio delle opere, ma da colui che chiama. (Rom. 9:11). Non è perché si sono distinti dagli altri vasi per delle virtù spirituali che i vasi di misericordia sono destinati alla gloria, ma perché Dio li ha preparati prima, senza condizioni, secondo la Sua scelta sovrana, "secondo l'elezione di grazia".



6 commenti:

  1. Il modo in cui qui affronti l’argomento confonde i livelli secondo i quali deve essere considerata la realtà. Dobbiamo imparare a ragionare trascendendo la (limitata) logica umana, ampliando le nostre prospettive, così come ci insegnano le Scritture su Dio e sul mondo.

    Tutto ciò che esiste o avviene nella realtà, esiste ed avviene perché Dio dall’eternità ha prestabilito che così avvenisse. Così la salvezza dei peccatori eletti in Cristo e la perdizione dei peccatori. Dio ha deciso non solo la condizione teorica della salvezza e della perdizione, ma anche l’atto stesso di ogni volere ed agire umano. Non c’è nulla che esiste ed avviene che non sia stato programmato. Dio è in controllo di ogni cosa: nulla gli sfugge o accade senza che Egli pure l’abbia così voluto, né mai sospende il Suo controllo. Se lo facesse in qualcosa, quello non potrebbe sussistere. Nemmeno il male o il peccato potrebbe esistere se Egli non avesse decretato che vi fosse ed agisse. Quello al Suo livello, il “livello ultimo”. A livello però delle creature umane, dalla nostra prospettiva, vale la regola della nostra responsabilità. Dio (l’Autore, lo Scrittore) ha scritto la storia di questo mondo e di chi lo abita dal principio alla fine in ogni suo dettaglio. I “personaggi” di questa storia si muovono e agiscono su piano diverso, rispondendo alle regole che sono state loro date.

    Tutto questo è affermato nella Scrittura ed esposto in innumerevoli testi confessionali della nostra fede. Riprendo qui solo quello che affermano la prima e la seconda confessione valdese.

    Confessione di fede dei Valdesi (1560)
    https://sites.google.com/site/confessionidifede/valdesi-1560

    12. Della elettione. Noi crediamo, che di questa corruttione, e condannatione generale, nella quale tutti gli huomini sono immersi, Iddio ne ritira quelli, li quali nel suo eterno et immutabil consiglio ha per sua sola bontà e misericordia eletti nel nostro Signor Giesu Christo, senza haver risguardo alle loro opere: et in lui stesso gli ha adottati per essere heredi della vita eterna: lasciando gli altri nella detta corruttione, e condannatione, per dimostrare in essi la sua giustitia: sì come ne' primi egli fa risplendere le ricchezze della sua misericordia. Percioche in effetto gli uni non sono punto migliori de gli altri, fin tanto, che Iddio gli discerne secondo il suo consiglio immutabile, ch'egli ha determinato in Giesu Christo innanzi la creatione del mondo. Né veruno potrebbe pervenire ad un tanto bene per sua propria virtù: percioche di nostra natura non possiamo havere un solo buon movimento, affetione, né pensiero, fino a tanto, che Iddio ci habbia prevenuti e disposti (Romani 8,9; Efesini 1,6; Romani 3; Romani 9; 2 Timoteo 2; Efesini 1; Romani 3; 2 Timoteo 1).

    Confessione di fede valdese del 1655 (https://sites.google.com/site/confessionidifede/valdesi-1655).

    11. Che Iddio cava da quella corruttione e condannatione le persone ch'egli ha elette dinnanzi la fondatione del mondo, non perché egli prevedesse in loro alcuna buona dispositione alla fede o alla santità, ma per la sua misericordia in Jesu Christo suo figliolo, lasciandovi gli altri secondo la raggione sovrana et irreprehensibile della sua libertà e giustitia. (1655).

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  2. Il significato letterario degli scritti dottrinali sembra ineccepibile, secondo la lettura che ne dà Castellina. Tuttavia debbo confessare che alla luce di siffatte interpretazioni, la vita terrena (interamente programmata sin dai minimi particolari) SOMIGLIA tanto ad un teatrino nel quale viene escluda ogni libertà umana,(QUELLA VERA)

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  3. Il significato letterario degli scritti dottrinali sembra ineccepibile, secondo la lettura che ne dà Castellina. Tuttavia debbo confessare che alla luce di siffatte interpretazioni, la vita terrena (interamente programmata sin dai minimi particolari) SOMIGLIA tanto ad un teatrino nel quale viene escluda ogni libertà umana,(QUELLA VERA)

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  4. Non sono d'accordo che "Dio ha deciso anche l’atto stesso di ogni volere ed agire umano"...non posso pensare per esempio che Dio decida dei miei atti peccaminosi, diventandone così complice!"Nessuno, quand'è tentato, dica: "Sono tentato da Dio"; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo addesca" Giacomo 1:13. Sono perfettamente d'accordo con i due articoli della Confessione di fede valdese.

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  5. Io credo sinceramente che i dati desumibili dalla Scrittura siano insufficienti per elaborare una dottrina della doppia predestinazione. Io mi ripeto sempre che "conosciamo in parte" e quello che conosciamo è che esiste una elezione incondizionata a salvezza ed esiste la responsabilità dell'uomo. Spingersi fino alla doppia predestinazione, a mio avviso significa andare oltre quello che è scritto. Tuttavia, se è vero che non abbiamo Scritture sufficientemente incontrovertibili in merito ad una predestinazione alla dannazione, è pure vero che rimane da spiegare come mai il pentimento di Giuda non fu valido, nonostante, da quanto appare dal racconto evangelico, sembrasse davvero sincero.

    Probabilmente conviene che si preghi a che il Signore ci dia di comprendere più a fondo la questione se è la sua volontà per mezzo della sua sapienza.

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  6. Il problema grosso nel cercare di spiegare la sovranità di Dio entrando nel "Suo livello" è che si rischia veramente si "sfasare" la Sua immagine. Volendo proteggere la Sua sovranità lo abbassiamo a l nostro livello umano di ragionamento e qui non ci siamo più! L'approccio della Scrittura è un altro; il faraone è l'esempio per eccellenza: leggiamo infatti sette volte che "il cuore di faraone si indurò" o "il faraone indurò il suo cuore" e solo alla fine, quando le piaghe lo avranno raggiunto è detto " E l'Eterno indurò il cuore di faraone." E così avvenne anche per il popolo di Israele con la differenza che per lungo tempo il popolo fu l'oggetto della grazia di Dio. Invece di ascoltare le esortazioni di Dio si ribellarono contro di Lui, si beffarono dei suoi messaggeri e disprezzarono le Sue parole e allora certo non ci stupisce il fatto che Isaia dica: "Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendigli duri gli orecchi, e chiudigli gli occhi..." (IS.6:10). E così anche l'apostolo Pietro, in modo simile, parla dei disubbidienti dei nostri giorni che sono stati destinati a inciampare nella parola (1 Pietro 2:8) Come fu nel caso di faraone, Dio suscitò questi uomini orgogliosi per servire di ammonimento agli altri. NON LI HA RESI DISUBBIDIENTI, MA LI HA LASCIATI ANDARE SECONDO LA DUREZZA DEL LORO CUORE, forse dopo molti avvertimenti inutili. Cerchiamo dunque di non sfasare l'immagine di Dio coi nostri sforzi di difendere la Sua incontestabile sovranità.

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