mercoledì 27 marzo 2019

"Sussidiario evangelico" di Gregorio Plescan e Claudio Tron


Ho ricevuto in dono il libro "Sussidiario evangelico" di Gregorio Plescan e Claudio Tron. Bibbia- Storia- Ordinamento- Attualità

Sulla copertina c'è una bella immagine di nonna valdese con nipotina che leggono la Bibbia. Se le due donnine dovessero seguire i suggerimenti del sussidiario (io eviterei di definirlo evangelico), dovrebbero innanzitutto mettersi in testa che chi, come loro, "volessero leggere la Bibbia come la può acquistare in libreria si troverebbe subito di fronte a un rompicapo senza via d'uscita" (Bibbia o Scritture, pag. 21 del sussidiario); perché "l'approccio liberale, che cerca di conciliare il mondo con il messaggio biblico ritiene che la Bibbia non è parola di Dio, ma contiene la parola di Dio (pag. 101 del sussidiario). Si è invitati inoltre a cercare di capire quali siano le "ricerche che raggiungono gradi di possibilità utili che permettono una comprensione migliore dei testi" (pag. 22 del sussidiario).

Da quel che leggo, per gli autori del sussidiario, la Bibbia non è più la parola di Dio, ma la contiene, perciò deve essere studiata operando una certa discriminazione fra ciò che è divino e ciò che è frutto dell'invenzione della narrazione storica, registrazione dei pensieri e delle esperienze di uomini particolari. L'uomo deve liberarsi da ogni condizionamento trascendente e sottoporre ogni precedente certezza alla propria critica, attraverso ricerche che raggiungono (solo) gradi di probabilità utili per una eventuale comprensione migliore dei testi.

Gli autori non assumono la Parola di Dio come criterio, ma la parola dell'uomo, e provano la prima attraverso la seconda. Per loro la Bibbia deve essere intesa come un' illustrazione di verità relative e generali atta a stimolare non l' informazione o comprensione di una Bibbia infallibile o di un unica verità, ma è "un zimbaldone contraddittorio".

Essi sono concordi con Lutero nel dire che la predicazione è parola di Dio e questo non lo contestano, dunque la Bibbia non è parola di Dio, la predicazione sì!

"La predicazione è spiegazione e attualizzazione, trascurare uno dei due aspetti rende la predicazione parziale, e al limite, infedele. L' attualizzazione è l'annuncio innanzi tutto dell'Evangelo che ci libera dai nostri condizionamenti e dalle nostre gabbie di oggi. Nell'attualizzazione si trovano criteri di analisi della situazione, elementi per la soluzione dei problemi, cioè traduzione nella pratica di quello che viene normalmente chiamato perdono, remissione dei peccati. "(pag. 17)

Credo che la teologia di questi signori derivi da Rudolf Bultmann (1884-1976), il quale insegnava che occorre spurgare il Nuovo Testamento dai miti che non possono essere accettati dall'uomo moderno. La nascita verginale, i tratti soprannaturali del mistero terrestre di Gesù, i suoi miracoli, la sua ascensione, il suo ritorno personale, devono essere reinterpretati in chiave esistenziale moderna (attualizzazione), perché appartengono ad un epoca oramai superata e non hanno per tanto più senso.

"La Bibbia è annuncio di Gesù; ciò non significa che le Scritture d'Israele descrivevano in anticipo la vita di Gesù, ma serviva solo come formazione della generazione cristiana di quel tempo in modo che potesse capirne il senso. Oggi la predicazione non è comunicazione di informazioni o mezzo per stimolare certi comportamenti, ma mezzo per annunciare il ruolo della persona di Gesù nella vita di ogni persona umana e nel contesto storico attuale. (pag. 16).

Gesù dunque e anche la predicazione sono sottoposti al processo dell"attualizzazione, il ruolo di Gesù non ha una connotazione valida nel passato storico, ma prende vita dal processo della nuova moda esistenzialista che risponde alla mutata sensibilità culturale dei nostri tempi.

L'attenzione al mondo moderno, di per sé molto importante, non può prescindere, dall'insegnamento e informazione biblica, perciò dal Gesù Cristo biblico e storico.

Questi sedicenti pastori invitano, non più ad appoggiarsi sui fatti, ma su una prospettiva paradossale che non ha riferimenti nell'ambito concreto della storia umana. Gesù Cristo è ridotto a un simbolo dell'attualizzazione, che apre le porte a interpretazioni e integrazioni senza barriere, ma che sono in profondo contrasto con l'esclusivismo dell'Evangelo. Il Gesù da loro annunciato appartiene alla modernità, un Gesù senza fondamento scritturale, aperto a tutte le possibilità di vita umane.

Lo spirito del tempo prende possesso dello spirito della verità.

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